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Libia: problemi all’ambasciata di Londra per ex-ribelli

Tripoli Post (15/06/2012). Negligenza dello staff dell’ambasciata londinese e dei medici: è questo quanto lamentato da alcuni ex-ribelli libici che hanno combattutto per la caduta di Gheddafi. Riferiscono di essere stati trattati male e che sarebbe stato chiesto loro di andarsene ancor prima che le cure mediche si fossero concluse. Il racconto è quello di due uomini, Mahran Agil (31 anni) e Hazem Essahrani (26 anni), ed entrambi confermano che i problemi sono cominciati lo scorso marzo. I visti dei due libici stavano per scadere, e una impiegata dell’ambasciata libica a Londra, Samah Ismail, si sarebbe rivolta a uno di loro dicendo: “Lavoro qui dai tempi di Gheddafi e nessuno può licenziarmi”.

L’affermazione ha ferito l’orgoglio degli ex-ribelli, che hanno deciso di mettere in piedi una protesta. In venticinque si sono riuniti davanti all’ambasciata il 20 marzo, chiedendo che l’impiegata presentasse le sue dimissioni. All’indomani, è stato chiesto agli uomini – che hanno trascorso l’intera notte lì fuori – di andare via, con la promessa che la donna sarebbe stata licenziata, con tanto di lettera sottoscritta a conferma di quanto promesso. Nonostante ciò, l’impiegata risulta ancora assunta, anche se ha cambiato dipartimento.

Gli uomini lamentano anche di essere stati ignorati dal primo ministro libico Abdurrahim El-Keeb, quando – in visita a Londra – ha cercato di sottrarsi a un incontro. Dopo averlo trovato in una moschea, e avendogli raccontato la loro situazione, El-Keeb non avrebbe fatto molto per aiutarli, schierandosi piuttosto dalla parte dello staff diplomatico e dei medici non troppo gentili con gli ex-ribelli protagonisti di questa storia.