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Libano. Piazza dei Martiri, la sfilata della vera Indipendenza

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di Nada Merhi L’Orient-Le Jour (22/11/2019) (Foto AFP)

“Quest’anno è veramente la festa dell’Indipendenza del popolo”, afferma a l’OLJ, uno degli organizzatori della parata civile.

Poche ore dopo la modesta parata militare al Ministero della Difesa in presenza dei politici, è la parata civile organizzata dal movimento di contestazione ad aver animato la Piazza dei Martiri nel centro di Beirut, per due ore, di fronte a migliaia di spettatori che sventolavano la bandiera libanese e scandivano la parola “Rivoluzione” in un’atmosfera molto festosa.

“Ogni anno, c’è stata una parata militare con artiglieria, armamenti ecc.. Quest’anno, per cambiare, saranno tutti i settori che rappresentano i libanesi a sfilare, per dimostrare che la ricchezza del Libano, sono questi giovani e la loro capacità di cambiare il Libano “, ha dichiarato all’OLJ Mirna Chidiac, una delle organizzatrici. “Quest’anno è davvero la festa dell’Indipendenza del popolo”.

La sfilata è stata aperta dal primo veicolo di costruzione libanese, guidato dal suo designer, David Frem, che brandiva un’enorme bandiera libanese, al suono della fanfara che ha suonato l’inno nazionale.

I vari “battaglioni” hanno poi marciato in ordine sotto gli applausi, cominciando dai ciclisti, seguiti dai motociclisti, gli insegnanti, i giornalisti, gli studenti, i musicisti, gli avvocati, i militari in pensione, ma anche il battaglione delle casseruole, quello delle madri, degli atleti o di coloro che rappresentavano le diverse regioni. Al microfono, un oratore aveva precedentemente incitato la folla e salutato tutti coloro che provenivano da diverse parti del Libano: Tripoli, Akkar, Nabatiyah, Tiro, Jal el dib, lo Chouf.

Roger, un manifestante che guardava la scena con un ampio sorriso, ha esclamato: Sono i veri presidenti del paese”. “Oggi è un sussulto di dignità dei libanesi”, aggiunge Alexa, che osserva la sfilata, mentre la folla ripete “Héla ho, è la nostra indipendenza ya helo”.

Ogni battaglione ha marciato indossando un gagliardetto con il suo nome. “Stiamo dicendo che è qui che nasce la vera indipendenza”, dichiara a l’OLJ Nada, una ciclista che partecipa alla parata. Hanno sfilato i disabili, seguiti dagli insegnanti, tutti in maglietta bianca con la scritta “L’istruzione è una luce”.

E’ stata la volta poi del battaglione dell’ambiente, i cui membri indossavano cappellini verdi e avevano dei fiori in mano. “Vogliamo che ci ascoltino e che se ne vadano per lasciare il posto alla nuova generazione”, ha affermato Sonia, uno dei membri del battaglione, che è stato poi seguito da quello degli avvocati al grido di Rivoluzione e “Vogliamo l’indipendenza della giustizia”.

Gli studenti, arrivati ​​numerosi, sono stati fortemente applauditi. Indossando magliette nere su cui era scritto “Rivoluzione studentesca “, hanno scandito soprattutto slogan per l’Università libanese. “Vogliamo la nostra vera rivoluzione che inizia con un governo di transizione che consentirà il cambiamento”, ha affermato Hassan, uno degli studenti.

Ugualmente molto acclamata la brigata delle mamme, che hanno sfilato accompagnate dai loro bambini e persino dai bebè e indossando magliette con su scritto “Madre Patria”.

“Vogliamo porre fine al sistema corrotto e costruire una nuova patria per i nostri figli”, ha affermato una delle madri, prima di lasciare il posto alla brigata dei padri.

Tra i padri, alcuni dei quali portavano i loro figli sulle spalle, Tarek dice: “Sono venuto per chiedere perdono a mio figlio che è venuto al mondo in un paese che non era adatto, partecipo affinché abbia un paese migliore “.

E’ stata poi la volta dei dottori, poi dei farmacisti, in camice bianco. È il miglior giorno dell’indipendenza che abbia mai vissuto”, ha dichiarato Salim, medico.

Poi i giornalisti, brandendo i loro telefoni, microfoni o macchine fotografiche, hanno gridato lo slogan “Giornalisti liberi, avanti!” Poi il battaglione degli agricoltori, con cappelli di paglia e rose. A loro sono seguiti gli ingegneri che indossavano elmetti con i colori della bandiera libanese e gridavano “Hela ho, costruiamo un paese ya helo”.

La sfilata è proseguita sotto il tifo della folla, in particolare quello del battaglione degli industriali che hanno ripetuto lo slogan “Rivoluzione, libertà, industria nazionale”, seguito da quello dei trasporti, della gioventù, poi dei Diritti delle donne, che brandivano, come tutti gli altri, bandiere libanesi e reclamavano in particolare il diritto della donna a trasmettere la propria nazionalità ai figli.

Al suono dei tamburi sono poi arrivati i battaglioni degli artigiani, dei commercianti, di donne e uomini d’affari, degli artisti, del gruppo dei meno giovani che indossavano dei Fez rossi, quello dell’energia, seguito dagli sportivi. Ogni battaglione ha adottato l’ormai celebre “Héla ho” per le rivendicazioni.

Il battaglione per i diritti delle donne ha poi marciato al suono degli youyous, prima del momento clou dello spettacolo: il battaglione delle casseruole, donne che cantavano e ballavano al suono di utensili da cucina che battevano ritmando.

I battaglioni hanno marciato sotto un arco di fortuna con i colori della bandiera libanese. Ha poi sfilato un impressionante convoglio di motociclisti, uomini e donne, che sventolavano la bandiera libanese e indicavano il segno V della vittoria.

Il battaglione della cavalleria civile, proveniente da Hermel, ha preceduto quelli della Bekaa, del Libano meridionale, di Beirut o del Monte Libano. Poi i battaglioni per i diritti umani, gli escursionisti con gli zaini, i piloti che indossavano le tute e persino … il battaglione degli “Hola Hela ho”. Hanno infine sfilato i musicisti, suonando vari strumenti, davanti agli emigranti, che hanno gridato “Voglio tornare in Libano”. Alcuni di loro trascinavano valigie a rotelle.

Giunta la notte, i manifestanti hanno acceso i flash dei loro telefoni cellulari rivolti verso il cielo.  Ad animare la serata è giunto poi il DJ libanese Rodge, suonando canzoni rivoluzionarie e accendendo la folla. Alle 19, una sessione di meditazione all’aperto in Piazza dei Martiri ha riunito centinaia di persone.

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