Editoriale. The Daily Star Lebanon (24/05/2014). Traduzione e sintesi di Silvia Di Cesare.
Il mandato di Michel Suleiman si conclude questo fine settimana, dopodiché il Libano entrerà in un periodo di vuoto presidenziale. Si potrebbe essere tentati di parlare di “acque inesplorate”, ma in realtà nella memoria delle gente si possono individuare almeno tre episodi molto simili.
Se gli strascichi del fallimento delle elezioni presidenziali del 1988 e del 2007 possono esserci da guida, ora ci dovremmo aspettare una riacutizzazione del conflitto. A differenza di questi casi, però, la guerra civile siriana complica molto la situazione.
I politici hanno il diritto di metter in atto tutte le loro manovre politiche per influenzare le elezioni, purché questa lotta verbale non si traduca in violenza per le strade del Paese.
In questo momento la loro priorità, soprattutto per il capo del governo Tammam Salam, dovrebbe essere quella di mantenere la sicurezza così da aiutare il Libano a superare la tempesta.
Le ultime dichiarazioni delle autorità saudite hanno fatto ben sperare in un risollevarsi dell’economia nel periodo estivo, grazie a un aumento del turismo. Che sia in estate o che sia inverno, se i funzionari riescono ad evitare un ulteriore deterioramento della condizione economica, c’è la possibilità che i libanesi riescano ad oltrepassare questo momento di crisi.
Se i politici non sono in grado di creare una “formula” elettorale che funzioni, dovrebbero quantomeno comprendere che l’unica formula che interessa in questo momento al Libano è la seguente: una situazione di sicurezza stabile equivale ad una situazione economica soddisfacente.