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Libano: Is It Time to Tell? – la mostra di Fadi Yazigi sul dolore siriano

fadi yazigiDaily Star Lb (02/05/2013). “Is It Time to Tell?” (“È tempo di raccontare?”) è il titolo della personale di Fadi Yazigi, ora in mostra alla galleria SMO di Karantina (Beirut), che incarna il dolore dei suoi concittadini siriani. La serie dal titolo Birds (Uccelli), con delle gabbie in cui sono rimaste solo le zampe degli uccelli, è in tal senso molto significativa: “Molte persone hanno lasciato la Siria per fuggire in altri luoghi,” dice l’artista, “Proprio come questi uccelli, lasciano la nazione e le loro gambe restano indietro”. Per Yazigi essere costretti a partire equivale a trovare la morte, e lui stesso non riesce a pensare di lasciare Damasco. Nella sua mostra è presente anche una installazione video del 2008 in cui intervista l’autore ed intellettuale libanese Elias Khoury. Ci sono inoltre diversi lavori che vanno dal 2010 al 2013: quello che si nota è che le espressioni delle figure nelle sue opere sono cambiate. I volti non sorridono più giocosi, tra battiti di mani e danze di gioia. Sono invece ora seri, le mani alzate non per ondeggiare ma per coprire l’orrore delle loro bocche, aggrapparsi a qualcosa o raggiungersi.

Figure in ceramica crocifisse, una scultura in bronzo con un uomo punto al cuore da nove chiodi e figure con un buco al posto del cuore sono tutti simboli della violenza che ha travolto la Siria. Altro protagonista delle opere di Yazigi è il cibo: “Untitled on Bread” (Senza Titolo sul Pane) è composta da 25 pezzi di focaccia siriana, sbattuti sulla tela e dipinti con piccole figure colorate in diverse pose. C’è poi una serie di tre dipinti sui sacchi di farina completate da tre set di posate in bronzo: le lame e le estremità sono eleganti, in contrasto con le impugnature bizzarre. Uno dei set di posate ha per impugnatura piccole teste di uccelli: “Ascoltiamo le notizie tutto il tempo, anche a tavola,” spiega Yazigi, “E senti che le posate cambiano, il coltello diventa una freccia”. Per l’artista guardare la tv “e vedere i corpi, ti fa sentire come se mangiassi i teschi degli uccelli, è davvero doloroso, il cibo si ferma in gola e non riesci a mandarlo giù”. Ciononostante, Is It Time to Tell? resta una mostra dalle sperimentazioni che possono offrire speranza, provocando e riuscendo a toccare certe note dell’osservatore.

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