Dailystar (14/12/2012). A quanto pare la stagione di Natale è un periodo di lucro anche per Beirut. Addirittura, dopo una dura annata per il business dovuta principalmente al calo del turismo, il Natale sembra essere l’ultima speranza dei rivenditori per il recupero delle perdite accumulate.
ABC Mall, City Mall, Le Mall e gli altri centri commerciali della capitale libanese sono pieni di gente in cerca delle migliori offerte.
“Non siamo mai arrivati ai saldi prima del Natale armeno del 6 gennaio, ma quest’anno siamo già ai saldi del 30% questa settimana” afferma un’impiegata di un negozio di abbigliamento.
I prezzi di alcuni negozi sono ribassati in anticipo per assicurarsi la clientela e tra sconti senza precedenti, occasioni speciali e affari per i clienti “VIP”, il risultato è positivo per le prime due settimane della stagione, migliori rispetto allo stesso periodo del 2011.
Il business turistico, insieme ad altri settori come l’immobiliare, hanno visto un forte declino dopo che la maggior parte degli avvertimenti da parte degli Stati del Consiglio di Cooperazione del Golfo consigliavano alla gente di non visitare il Paese.
Il declino dell’attività turistica è stato accompagnato da un’impennata dei valori dell’inflazione, ma non dall’aumento dei salari introdotto per il settore privato all’inizio dell’anno e ancora non ottenuto dai dipendenti.
Un recente rapporto del Ministero della Finanza dice che più della metà dei Libanesi non hanno nessun aumento mensile, mentre circa il 63% è in difficoltà nel provvedere ad alimenti e beni di prima necessità.
Una tale situazione di deterioramento della situazione socio-economica arriva insieme alla perdita di sicurezza e di stabilità in un Paese che teme le ripercussioni della crescente crisi siriana.
L’atmosfera generale gioca un ruolo importante nel desiderio della gente di fare shopping.
Quasi tutti gli intervistati hanno biasimato il Governo e i leader libanesi per ciò che descrivono come “crisi economica”, dichiarando che le dispute politiche hanno esacerbato il già cupo ambiente regionale.
“Vogliamo solo che chiudano la bocca e che non interferiscano con gli altri Paesi e andremmo bene” ha affermato il proprietario di un negozio di pelli del centro commerciale ABC.
Emanuela Barbieri