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Libano: Adonis, band sulla cresta dell’onda

180746_635064215137745293_mainimgDaily Star Lebanon (10/06/2013). “Cos’ha che non va Beirut?”, questa è la domanda che pongono i membri della Band “Adonis”  nel loro album intitolato proprio con questo quesito.
La band più promettente del Libano ha come cantante e pianista Anthony Khoury, come chitarrista Joey Abu Jaoude,  al basso Fabio Khoury, alla batteria Nicola Hakim,e alla pianola Carl Ferneine, La storia della band ha avuto inizio con la passione dei due fratelli, Anthony e Fabio, per la musica tradizionale libanese. Durante i loro studi hanno incontrato Jaoude, che avevo lo stesso interesse. “A volte la nostra passione ci ha portato a essere marginalizzati”, ammette Anthony. Hanno incominciato ad incontrarsi e a suonare e piano piano hanno calamitato anche gli altri membri della band. Il nome “Adonis” ha una certa risonanza da queste parti. Il Dio greco della bellezza ha dato il suo nome alla città dove i due fratelli Khoury sono cresciuti. Anche il poeta e saggista Ali Ahmad Said Esber  adottò questo nome ed è l’“Adonis” più conosciuto attualmente.
“All’inizio le canzoni che componevamo parlavano della nostra città”,  spiega Anthony. Il nome riflette molto il nostro mood: “E’ come se non succedesse niente nella città ma ci fossero molte sorprese”.
Questi giovani sono stati influenzati da Fairouz, dal cantante irakeno Nazem al Ghazali (1921-1963), e dal cantante e compositore egiziano Sayyed Darwish (1892-1923).
Uscito nel 2011, il loro primo album, “Daw I Baladiyyi” è composto da 11 tracce, che, come spiega Anthony parlano di :“tetti, finestre, piazze. Studiavo architettura e tendevo a collegare tutti i miei ricordi ai posti dove avevano avuto luogo”.
Oltre a parlare di architettura, le canzoni offrono ballate amorose, racconti sulla città di Adonis e i suoi residenti. Questi “poemi”, come li definisce Anthony , sono creati dalla band che si mette d’accordo per inventare i testi. “Questa musica è orecchiabile” dice Anthony.
Gli Adonis, a differenza di molte band che cercano di adattare le parole alle composizioni strumentali, ci tengono a comporre prima di tutto i testi. I loro concerti sono speciali proprio perché sottolineano la voce melodiosa di Anthony che è stata paragonata da alcuni a quella degli “hakawati”, i cantastorie tradizionali dei caffè culturali mediorientali.
I componimenti di questa band si distinguono per la loro armonia vocale e musicale. Quando vengono interrogati sull’eventuale possibilità di comporre testi in inglese o in francese invece che in arabo, Khoury risponde che non ne sentono il bisogno. Il loro senso di appartenenza al Libano e il parlare arabo quotidianamente rende la creazione di testi in arabo un fatto naturale. “E’ il nostro modo di mostrare il nostro attaccamento per la nostra patria. Siamo nati qui e viviamo qui”, conclude Khoury.
La band parteciperà ai concerti della serie Beirut Holidays che serviranno da trampolino di lancio per il nuovo album. Partecipare a quest evento è un bel salto di qualità per la band: “E’ la prima volta che saliamo su un palco di questa importanza. Se andrà bene avremo molta più visibilità, speriamo che la nostra musica non sia solo di nicchia”. La loro performance è prevista per il 18 agosto a Beirut.

Traduzione di Chiara Cartia

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