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“O la legna, o il cibo: devo scegliere”: il freddo in Siria per le aree assediate

Di Ammar Hamou. Syria Direct (10/11/2014). Traduzione di Claudia Avolio.

In copertina una grafica dell’artista giordano Hussein al-Azaat con una cartina della Siria che ha freddo

In ogni angolo della Siria – che si trovi sotto il controllo del regime o in mano ai ribelli – i siriani stanno affrontando una crisi energetica, mentre l’inverno inizia a farsi sentire. Stare al caldo è ancora più difficile nelle aree attorno a Damasco controllate dall’opposizione e accerchiate dalle forze del regime sin dal 2013. Nei sobborghi orientali di Damasco la situazione è peggiorata la scorsa settimana quando il regime ha chiuso l’ultima strada da cui la Ghouta orientale poteva rifornirsi: si impedisce a chiunque e a qualunque cosa di entrare o uscire liberamente dall’area.

Un giovane uomo che lavora in un caffè di Douma, conosciuto col soprannome di Abdul Haq Humam, racconta ad Ammar Hamou cosa stanno affrontando gli abitanti della zona.

Cosa usavate per riscaldarvi prima dell’assedio imposto alla Ghouta orientale?

Usavamo le stufe elettriche, ora non abbiamo accesso all’elettricità.

Che materiali si stanno usando ora per il riscaldamento?

Legna degli alberi, mobili, plastica, rifiuti e letame. Per ricavare carburante, ho bruciato legna, mobili e rifiuti di casa.

Che intendi per l’uso di mobili come fonte di riscaldamento? Qual è il processo?

Rompo le mie porte di legno, le sedie e i divani in piccoli pezzi e li brucio per ottenere del calore. Lo fanno anche molte altre persone.

In che modo vengono usati i rifiuti per il riscaldamento?

Facciamo una selezione e teniamo da parte plastica e carta per usarle in un secondo momento sia per cucinare che per trarne calore.

Le famiglie tengono da conto gli effetti sulla salute derivati dall’uso di rifiuti e plastica per riscaldare le proprie case?

La maggior parte della gente sa che usare i rifiuti ha cattivi effetti sulla salute, ma non hanno altra scelta. Il freddo ti spinge a cercare qualunque fonte di calore, senza badare alle conseguenze.

Avete visto qualche problema di salute legato a questo tipo di riscaldamento?

Gli effetti comuni sono infezioni ai polmoni ed irritazioni, soprattutto nei bambini. Lo scorso inverno un bambino è morto per aver inalato il fumo di un rogo.

Come vi procurate la legna?

Ci sono centri che la vendono nella Ghouta: sono centri che danneggiano l’ambiente perché tagliano gli alberi nei boschi naturali.

Quanto costa la legna?

Il prezzo della legna è 0,25 centesimi al chilo. Per la mia casa ho bisogno di circa 6 chili ogni giorno per riscaldare e cucinare.

I prezzi sono accessibili? Ce la fate a pagarli?

I prezzi sono più alti delle mie entrate: io guadagno 85 dollari al mese. L’entrata media nella Ghouta orientale non arriva ai 100 dollari. Riesco a malapena a nutrire la mia famiglia: devo scegliere tra comprare legna o cibo.

Qual è il prezzo del diesel (come carburante e per il riscaldamento)? E se ne trova?

Nella Ghouta orientale il prezzo è di 6,50 dollari al chilo: prima dell’assedio era 0,20 centesimi, ed è raro trovare del diesel in questi giorni.

Cosa ti aspetti per quest’inverno?

Non credo che quest’inverno sarà migliore del passato. Il regime sta ancora bloccando l’unico punto di passaggio verso la Ghouta orientale.

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