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L’Egitto è una faccenda araba

EgittoDi Saleh Aud. Shor0uk (14/07/2013). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.

Miliardi di dollari sono piovuti dal Kuwait, dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti sull’Egitto immediatamente dopo la deposizione di Mohammed Morsi. Questi paesi non spendono i loro soldi invano, ma è anche vero che sono stati spinti a farlo da segnali occidentali, provenienti in particolare dall’amministrazione americana.

Certamente il Golfo indirizzerà i suoi aiuti affinché in Egitto prevalga una determinata fazione, il che  significa una palese interferenza nella mappa politica egiziana nell’attesa che i Fratelli Musulmani abbiano la possibilità di estendere la loro influenza e provare il loro potere in modo da creare un nuovo modello regionale.

In Palestina sono stati organizzati diversi cortei che però non sono riusciti a mandare un forte segnale sulla posizione del popolo palestinese. I palestinesi non ricordano più, come ha detto Livni, l’aggressione da perde del Cairo su Gaza avvenuta in una conferenza stampa tenutasi con Abu al-Ghait, ministro degli Affari Esteri sotto Mubarak, ma ricordano Hisham Qandil, primo ministro con il governo Morsi, entrato a Gaza il secondo giorno dell’aggressione israeliana. I palestinesi sono consapevoli che la loro vita e il loro futuro è indissolubilmente legato a ciò che accade al regime egiziano.

Il Presidente siriano si è, invece, affrettato ad accogliere la deposizione del Presidente egiziano come pretesto per scagliarsi contro Morsi. Morsi che, come è noto, ha apertamente dichiarato il suo sostegno ai ribelli armati siriani, ha chiesto di interrompere tutti i rapporti con il regime di Bashar al-Assad e ha invitato Hezbollah a lasciare la Siria.

L’Iran ha dichiarato di non approvare i colpi di stato militari ma di sostenere la libertà del popolo egiziano di determinare il proprio destino sulla base di elezioni libere ed eque, questo nonostante il fatto che Morsi abbia più di una volta creato imbarazzo ai politici iraniani. Basti citare la sua posizione rispetto al regime siriano, ad Hezbollah e l’aver scelto come alleati l’Arabia Saudita e il Golfo.

La lettura di molte posizioni dei paesi e dei partiti arabi, quindi, cambia il senso degli eventi egiziani poiché l’Egitto è un paese centrale nella geografia araba e anche il paese i cui sviluppi influenzano di più la regione.

 

 

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