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L’eccitante mandato di Trump

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Diversi osservatori pensano che la politica estera di Trump sarà basata su tre assi che interessano la regione: la cooperazione con la Russia, la lotta all'islam radicale e l'approccio verso l'Iran.

Di Ghassan Charbel. Asharq al-Awsat (16/01/2017). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Non dite di non essere preoccupati e che gli Stati Uniti sono lontani. Sapete che non è così. Sapete molto bene che è l’unica superpotenza e che la sua posizione all’interno del Consiglio di Sicurezza ONU conta anche se non usufruisce del potere di veto. Sapete che il suo approccio interessa la stabilità del vostro Paese, sia quando Washington decide di interferire sia quando decide di rimanere distante e isolarsi. Gli Stati Uniti sono una grande potenza e un enorme problema. Che vi piaccia o no, dovete farci i conti.

I giorni che precedono l’insediamento ufficiale del nuovo presidente eletto sono di solito cruciali, ma nel caso di Donald Trump sembra che il periodo di transizione sia addirittura più difficile del solito. Le sue dichiarazioni in campagna elettorale non hanno mostrato una linea politica chiara e questa vaghezza ha alimentato ancora di più la confusione e l’eccitazione.

Diversi osservatori pensano che la politica estera di Trump sarà basata su tre assi che interessano la nostra regione: la possibilità di cooperare con la Russia, la lotta all’islam radicale e la riduzione del potere dell’Iran.

Un funzionario diplomatico mi ha fatto un esempio per capire cosa potrebbe succedere. Mi ha riferito che il primo ministro irachno Haidar al-Abadi ha chiamato Trump dopo la sua vittoria per essere sicuro che gli USA sarebbero rimasti un partner di Baghdad nella battaglia di Mosul. Abadi ha discusso con Trump delle relazioni strategiche tra i due Paesi e dell’importanza del sostegno statunitense all’esercito iracheno nella lotta contro Daesh (ISIS) per liberare la città. Da parte sua, Trump ha confermato l’impegno di Washington nell’assistere l’Iraq sia a livello logistico che economico; tuttavia, il nuovo presidente ha voluto mettere in chiaro che le relazioni bilaterali continueranno a condizione che l’Iraq adotti una politica indipendente da quella iraniana e che gli USA non forniranno assistenza senza avere niente in cambio.

Abadi non è l’unico in attesa di sapere delle nuove politiche della Casa Bianca. Forse, anche il presidente siriano, Bashar al-Assad, sta pensando ai possibili vantaggi di una cooperazione tra Trump e la Russia nella lotta al terrorismo. Lo stesso Putin è in febbricitante attesa. Il presidente cinese è pronto a ogni eventualità e la Germania è preoccupata dal protezionismo di Trump.

Da parte sua, il presidente turco Erdogan sta aspettando di vedere cosa succederà tra Washington e Mosca per decidere la sua prossima mossa con la Russia. I leader dei Paesi del Golfo sono in attesa delle nuove politiche americane nei confronti dell’Iran, mentre il presidente palestinese Mahmoud Abbas è impaziente di sapere se Trump manterrà la promessa di spostare l’ambasciata a Gerusalemme.

 

Ghassan Charbel è caporedattore di Asharq al-Awsat.

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