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Le paure per il 2017

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Non previsioni, ma suggerimenti critici in attesa degli sviluppi dello scenario attuale

Di Bakar Owaida. Asharq al-Awsat (28/12/2016). Traduzione e sintesi di Emanuele Uboldi.

Stabilire con certezza ogni dettaglio di ciò che avverrà rimane al di là delle capacità dell’uomo, per cui è probabile che chi si affidi totalmente all’intelletto rimanga stupito qualora ascoltasse o guardasse quelle analisi politiche espresse con fermezza da oratori e scrittori in quanto più addentro ai segreti dello scenario attuale. Quando ho iniziato a lavorare, ho imparato da grandi maestri a escludere le enunciazioni perentorie. Ho sempre fatto tesoro di questa lezione e, in quanto utile a tutti, l’ho condivisa con colleghe e colleghi: alcuni hanno accettato e fatto proprio il consiglio, altri no.

Ciò detto, cadrò nell’errore di predicare bene e razzolare male nell’esporre cosa potrebbe accadere nel 2017? Spero di no, quindi devo per forza evitare affermazioni forti.

Penso che i lettori e le lettrici concorderanno con me sul fatto che gli anni si tramandano una eredità gli uni gli altri, allo stesso modo degli uomini: è quindi ovvio che il 2017 erediterà le guerre regionali del 2016 che si sono abbattute in ogni dove dal 2011. Uno stimato collega ha detto che “ci aspetta ancora molto”: non è un cartomante, ma, senza assertività, analizza gli indizi che vede.

Sono giustificate le paure per ciò che ci porterà il 2017? Naturalmente.

Basta pensare al tweet di Donald Trump (alla Casa Bianca dal 20 gennaio) sulla questione dell’espansione dell’arsenale nucleare americano, le cui conseguenze fanno paura agli americani stessi, insieme al fatto che anche Putin non è da meno quando si parla di testate nucleari.

A questo si aggiungono le parole di Benjamin Netanyahu in risposta alla risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza ONU di venerdì scorso sulla necessità di fermare la costruzione degli insediamenti israeliani, incluse le modalità usate per ammonire stati del calibro di Francia e Regno Unito – insieme agli altri sostenitori della risoluzione, tra le quali il richiamo degli ambasciatori.

Inserendo anche le possibili conseguenze dei messaggi di propaganda da parte dei vincitori della battaglia di Aleppo di riconquistare l’intera regione, è possibile scrutare cosa ci riserva il 2017. Come dicevo prima, se siamo d’accordo sul fatto che gli anni si portano dietro l’eredità di quelli precedenti, possiamo anche essere d’accordo che le guerre danno vita ad altre guerre.

Ora, la domanda è cosa succederebbe se le redini della gestione delle guerre dei mondi arabo e islamico che infiammano da inizio 2011 scappassero di mano e diventassero nuovamente difficili da governare. Quante volte si deve ripetere che far scoppiare una guerra è semplice, ma espiarne le colpe è difficile? Molte, dato quanto a lungo parlano al vento anche persone sagge, se molta gente si preoccupa più del proprio tornaconto rispetto a ciò che significa lo sviluppo della realtà in cui vivono e delle condizioni per illuminare il futuro della propria discendenza.

Bakar Owaida è un giornalista palestinese. Lavora per famosi giornali arabi, come Asharq al-Awsat, al-Arab e al-Yaumiyya, oltre ad essere consigliere del giornale online Elaph.

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