Al-Quds (09/04/2019). Traduzione e sintesi di Cristina Tardolini.
I risultati delle elezioni israeliane per eleggere i membri della Knesset vedono Benjamin Netanyahu ormai avviato verso il suo quinto mandato.
Dai programmi elettorali e dalla propaganda svolta da tutte le liste sioniste, vi è una chiara dimostrazione che i risultati di queste elezioni non porteranno a qualcosa di diverso dall’attuale governo di destra guidato da Netanyahu: esse sono un prodotto della società israeliana e del suo rifiuto alla pace e alla risoluzione, ed una riconferma all’annessione e all’espansione a spese del popolo palestinese, della terra, dei luoghi santi e dei diritti.
L’attacco dei partiti sionisti è un’ulteriore prova che ogni futuro governo di occupazione continuerà la politica dei precedenti. Non c’è scommessa sui risultati di queste elezioni, e chiunque scommetta su un governo che stavolta crede nella pace e lavora per essa è un perdente.
Il ripetuto discorso sulla soluzione dei due stati è nelle attuali circostanze inutile, specialmente dopo il riconoscimento da parte degli Stati Uniti di Gerusalemme come capitale dello stato di Israele. La realtà sul campo è che la soluzione dei due stati è fuori dalla portata palestinese: sono ancora molti quelli che preferiscono i loro interessi al supremo interesse nazionale del popolo palestinese e della sua giusta causa. Tuttavia, i palestinesi sono chiamati ad agire rapidamente per raggiungere l’unità, che è al momento l’arma più forte e potente per uscir fuori dalle trame della tirannia.
La dirigenza palestinese, insieme a tutte le fazioni dell’azione nazionale e islamica, risponderà all’appello per l’unità o rafforzerà la divisione, il cui prezzo sarà pagato ancora una volta dalla loro gente, oltre a ciò che è stato presentato finora sull’altare della sua causa nazionale?
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