Arabia Saudita Golfo Zoom

Le conseguenze del crollo dei prezzi del petrolio nel Golfo

Akhbar al-Khalieej (17/12/2014). Traduzione e sintesi di Valentina Pelosi.

Il 16 dicembre scorso, le azioni dei mercati finanziari dei Paesi del Golfo sono crollate in modo repentino, con profonde perdite degli investitori dovute all’impatto del calo dei prezzi del petrolio, dato che il Brent è sceso al di sotto dei 60 dollari al barile per la prima volta dal 2009.

Le perdite hanno spinto gli indici dei mercati azionari dei Paesi del Golfo a livelli così bassi dei quali non si aveva testimonianza da mesi o addirittura anni in Arabia Saudita, in Oman, ad Abu Dhabi e in Kuwait.

A causa di continui cali i mercati sono divenuti una strage per gli investitori, per i quali non sembra esserci fine alle perdite, o che almeno per una parte di loro si possa prevedere di arginare questo problema.

I mercati azionari del Golfo, solamente nella seduta di giovedì scorso, hanno perso circa 22.5 miliardi di dollari. Le perdite hanno spinto l’indice di mercato saudita al suo livello più basso dal 19 maggio 2013, raggiungendo 7.347 punti, dopo aver perso il 7,05%, ovvero circa 560 punti.

All’interno del mercato saudita il settore petrolchimico ha subito un declino del 6,6%, i servizi bancari e finanziari del 6%, i cementi dell’8,85%, mentre gli investimenti dell’industria, la vendita al dettaglio e il settore delle costruzioni di più del 9%.

Il mercato finanziario di Dubai ha chiuso riportando gravi perdite del 7,27%, al livello di 3083 punti per un valore di 1.266 miliardi di dirham con una perdita del 10% da parte di Emaar e del 9,83% da parte di Arabtec.

Le perdite degli indici del mercato finanziario di Dubai sono ritornate ai livelli dell’8 dicembre scorso. L’indice del mercato azionario del Kuwait è arrivato oggi a registrare perdite per dell’1,41% , al livello di 6213 punti, il livello più basso dal 17 gennaio 2013.

Allo stesso modo l’indice di mercato del Qatar è sceso del 3,51%, ad un livello di 11 057 punti, il livello più basso 4 febbraio scorso. La maggior parte dei settori di mercato ha subito un calo e tra di essi particolarmente il settore delle comunicazioni con il 5,6% dovuto alla contrazione di Vodafone, seguito dal settore industriale con il 5,3%, con un calo del 9,5% di Gulf International e una recessione del 5% anche nel settore dei servizi con un abbassamento del 7,8% e un mantenimento del 5,8%.

Il settore bancario avrà un controllo maggiore attraverso un valore del 37% con liquidità di 317.8 miliardi di riyal tramite l’acquisto del titolo nazionale Rayan del 16% con liquidità 138.4 milioni di riyal, e il settore dell’industria ha rappresentato il 22,6% con una liquidità di 195.2 milioni di riyal, con l’acquisto del titolo Gulf International all’11,28%.

I volumi di scambio sono scesi a 20,26 milioni rispetto ai precedenti 22.54 milioni. L’indice di borsa di Abu Dhabi è sceso al livello dello scorso 2 dicembre perdendo il 6,90%, al livello di 3892 punti; l’indice ha una perdita superiore rispetto a 9 anni fa quando aveva perso 288,68 punti.

Secondo le statistiche è il più alto calo che l’indice generale del mercato ha registrato dall’ 8,31% nel 2009 a ieri e quindi a livello di 2668.23 punti.

Ha subito un calo anche l’indice generale del settore immobiliare che ha registrato la più alta perdita dal 2009, la cui percentuale è diminuita del 9,82%, dopo aver raggiunto il suo livello più basso dal maggio del 2013 sotto la pressione della azioni Aldar superiore al massimo consentito è sceso del 10% la violazione della barriera 3 dirhams per terminare la riunione a livello di 1.98 %.

La perdita del settore si è aggravata con la diminuzione dell’indice del settore delle costruzioni del 9,09%.

E’ aumentata la perdita del settore energetico dell’ 8,71%, influenzato dal declino dell’indice azionario dell’energia e del gas rispettivamente del 9,41% e del 8,33%.

La grave recessione delle azioni del settore bancario è aumentata del 7,75% sotto la pressione di Abu Dhabi Islamic Bank e Abu Dhabi Commercial Bank per superare i rispettivi livelli massimi ammissibile di perdita, come “Al-Khalij al-awwal” del 9,78% e “Abu Dhabi wataniy” del 8,64%.

Gli analisti hanno espresso i propri timore riguardo al ritorno del rendimento di mercato a livelli di di sanguinamento di nuovo, dopo che non è riuscito a mantenere i suoi guadagni nel corso della sessione di Lunedi, in modo da non raggiungere nuovamente il “margin call”.

L’indice MSM è sceso 2,92%, a 5.409 punti, il livello più basso dal 31 luglio 2012.

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