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Le città della Libia sono sempre più isolate

Libia

Di Khaled Would Ajdoud. Al-Monitor (08/03/2015). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.

Libia mappaAbdullah siede da solo in un angolo, in un bar che dà sulla strada principale di Bayda. Sorseggia un caffè, intento a pensare al destino della sua famiglia a Derna, la principale roccaforte di Daesh (ISIS) e la città che gli estremisti vorrebbero come capitale del loro emirato.

Nonostante lo stato di attesa e cautela successivo agli attentati suicidi architettati dallo “Stato Islamico” nell’adiacente città di Qubba in risposta alle incursioni egiziane, a Bayda, la quarta città più grande della Libia, la vita scorre come prima. Esercito e civili armati sono stati dispiegati in posizioni strategiche e sono stati istituiti posti di blocco per impedire l’infiltrazione di attentatori da Derna nella loro città, ospitante il governo legittimo formato dal parlamento eletto a Tobruk e riconosciuto a livello internazionale.

Gli abitanti di Bayda hanno combattuto ferocemente per spodestare il regime di Muammar Gheddafi. Dalla metà dello scorso anno hanno aderito ai combattenti di Qubba, Marj e Tobruk – parte della forza principale alla quale Khalifa Haftar si è affidato per respingere Ansar al-Sharia e la milizia “Scudo della Libia”.

Abdullah, seppur pensieroso, sembra felice di poter fare le piccole cose che erano diventate proibite nella sua città, Derna, ormai dominata dagli estremisti e in cui la shari’a è implementata rigorosamente. Ora può radersi, fumare una sigaretta dopo l’altra ed esprimere la sua opinione politica, senza paura di essere frustrato o ucciso. Qualche settimana fa come migliaia di altri libici, Abdullah, la moglie e i figli sono fuggiti alla volta di Bayda, la città che si oppone con forza agli islamisti e sostiene il loro acerrimo nemico, Haftar.

Gli hotel di Bayda ospitano un surplus di dipendenti e funzionari, a spese del governo ad interim, che lavorano per pompare sangue in uno Stato diviso, al collasso – uno Stato retto da due governi e due parlamenti. Il governo di al-Thani controlla un numero minore di città e di distretti rispetto al governo di Tripoli. Thani ribadisce, tuttavia, che le forze di supporto si trovano nei pressi di al-Aziziyah, vicino a Tripoli, e che il governo ha il controllo della base militare di Watba e dell’area strategica di Bir al-Ghanam. Afferma altre sì che recuperare il controllo della capitale sarebbe possibile se il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite abolisse il divieto di vendere armi alla Libia.

Per i funzionari di Thani, il governo legittimo controlla ad oggi oltre il 90% delle aree petrolifere. Tuttavia, gli stessi si sono rifiutati di confermare il controllo sui proventi del petrolio, affermando che il governo legittimo ha il diritto di gestire i beni ed i fondi libici all’estero. Hanno anche negato l’autenticità delle fonti occidentali secondo cui il Paese sarebbe sull’orlo della bancarotta. Il governo ad interim ha ammesso, però, che gli estremisti islamici hanno le mani sulle aree petroliferi situate nella parte occidentale del paese e su un campo petrolifero nei pressi di Sirte, oltre a quattro o cinque porti destinati all’esportazione di petrolio.

Il governo di Thanni utilizza un piccolo aeroporto situato a circa 18 km di distanza dalla città di Bayda per collegare le città filogovernative in ​​un Paese diviso da entità politiche, militari e tribali in competizione tra di loro per le risorse di gas e petrolio.

Dalla città assediata di Derna, gli estremisti islamici si infiltrano nelle foreste di Ras al-Hilal e cercano di fermare con razzi e artiglieria la navigazione aerea presso l’aeroporto, la principale via di fuga aerea per coloro che cercano di lasciare il Paese. Solo quattro Paesi hanno accettato di ricevere voli dall’aeroporto: Egitto, Tunisia, Giordania e Turchia. I voli sono operati da due compagnie aeree libiche, mentre le compagnie aeree internazionali hanno cancellato tutti i voli in Libia – un Paese che è stato devastato dal caos e da sanguinosi combattimenti per quattro anni.

Khaled Would Ajdoud è un giornalista e opinionista per il quotidiano panarabo Al-Hayat.

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