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L’assordante silenzio americano

El Tahrir (08/12/2012). L’assordante silenzio dell’amministrazione Obama riguardo la svolta autoritaria e radicale del presidente Morsi inizia ad insospettire numerosi analisti americani che si chiedono cosa si celi dietro al silenzio di un presidente che non aveva esitato a dare il ben servito ad Hosni Mubarak. Eccetto sporadiche e generiche dichiarazioni, l’amministrazione Usa non ha condannato pubblicamente ciò che sembra ormai un tentativo di monopolizzare il potere da parte dei Fratelli Musulmani.

L’analista statunitense Eric Trager, esperto di questioni mediorientali presso il Washington Institute, descrive i Fratelli Musulmani come un’organizzazione pronta a combattere gli egiziani stessi per rimanere alla guida dell’Egitto, giocando anche la carta dell’ “eliminazione” degli oppositori (accuse di finanziamenti dall’estero e di appartenenza al vecchio regime e così via).

Trager aggiunge: “gli Stati Uniti dovrebbero mandare un segnale forte a Morsi, dovrebbero mediare tra le parti e giocare la carta degli aiuti per spingere il presidente ad abbandonare quella che sembra ormai una deriva autoritaria, ma purtroppo, sembra che la parola d’ordine presso il mio presidente sia “Fratelli Musulmani (evidentemente l’opzione migliore che tuteli gli interessi di Washington nella regione). Obama predica la libertà e la democrazia ma abbandona gli egiziani proprio nel momento in cui la lotta per la libertà è ad un punto critico e uomini e donne rischiano la vita per rifiutare un nuovo tiranno”.