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L’arte dell’uomo e della natura si incontrano a Asilah

Articolo e fotografie di Silvia Di Cesare.

Era il 1978 quando il fotografo e diplomatico,Mohammed Benaissa, e l’artista Mohammed Melehi invitarono artisti internazionale nella antica roccaforte marocchina di Asilah. Le mura di questa città arroccata in riva al mare, sono diventate le tele bianche dove pittori provenienti da tutto il mondo hanno lasciato l’impronta della loro permanenza.

Da quell’anno il festival è un appuntamento fisso per la cittadina, che attira migliaia di visitatori ogni anno.

Lontano dai rumori delle città marocchine, Asilah con le sue mura e i suoi bastioni è ben lontana dal ricordare i tempi delle invasioni, delle guerre e delle conquiste. Sospesa sull’enormità dell’oceano Asilah sembra voler difendere la sua pace, la sua arte, dal mondo esterno.

Le porte aperte accolgono i visitatori, e il suo silenzio sembra ammonirli a non disturbare la sua quiete.
La sua piccola medina, come tutte le medine arabe, è un labirinto di vie che ti obbligano ad abbando
nare il controllo dei tuoi passi e a farti guidare.

Seguendo i muri bianchi  e blu o i bouganville viola delle case, volti l’angolo e l’occhio viene catturato da mostriciattoli, arcobaleni, scritte arabe che si confondono con le finestre, colori sfumati e mischiati in schizzi informi, occhi scrutatori che ti osservano e che diventato polipi.

É l’arte che ti guida in questo percorso sorprendente.


Quasi a ricordarti che non è l’uomo il primo artista di questa terra, è la natura del paesaggio a incantare gli occhi. Una volta giunti
al bastione della roccaforte, dopo aver fatto il carico di colori artificiali l’occhio si rilassa contemplando l’argento dell’oceano, i colori terrosi degli scogli, l’azzurro del cielo dove si insinua timidamente la piccola luna e l’arancione del sole che le lascia il suo posto colorando con i suoi ultimi raggi i contorni traballanti delle barche ormeggiante nel piccolo porto.