Di Assad Abd al-Rahman. Al-Ray al-Youm (15/05/2017). Traduzione e sintesi di Alberto Claudio Sciarrone.
La logica del divide et impera è ancora in atto in Medio Oriente, dove l’ingerenza delle potenze europee e non solo sta alimentando i conflitti etnico-tribali e religiosi. I Paesi arabi hanno al loro interno un crogiolo di razze, lingue, religioni e costumi che, se da una parte ne ha costituito la ricchezza culturale, dall’altro ha portato anche ad attriti e tensioni che spesso sono sfociati in guerre civili. Questa situazione è stata causata in parte anche dal retaggio coloniale, con la divisione in aree di influenza tenendo più conto dei propri interessi economici piuttosto che delle diversità culturali e del pluralismo religioso di questi Paesi, come ci mostra la spartizione di Sykes-Picot nel 1916.
Dopo l’indipendenza dei vari Stati del Medio Oriente le potenze occidentali hanno supportato l’instaurarsi di regimi dittatoriali, alleati con l’Europa in cambio di aiuti in vari settori. Con il crollo dell’Unione Sovietica gli Stati Uniti hanno cercato di espandere la loro influenza e il loro prestigio, ambendo al ruolo di superpotenza mondiale incontrastata e a diventare il “poliziotto del mondo”. Le primavere arabe, fenomeno improvviso e imprevisto, hanno mutato considerevolmente la situazione del Medio Oriente ridisegnando nuovi equilibri e nuove alleanze, anche se per adesso l’unico caso di successo nel processo di democratizzazione rimane la Tunisia.
Il Medio Oriente è una regione ricca di materie prime e detiene le maggiori riserve di petrolio del mondo. La sponda sud del Mediterraneo è inoltre una delle aree che ha registrato un boom demografico notevole, con milioni di giovani, tra di loro anche molti laureati, che costituiscono un importante forza lavoro che non viene sfruttata a dovere localmente. Inoltre i vari conflitti regionali, in primis quello israelo-palestinese, causano un’instabilità economica e politica all’interno dell’area, compromettendone il suo sviluppo.
In questo contesto lo scacchiere mediorientale viene ancora utilizzato come luogo di scontro tra le potenze globali.
Assad Abd al-Rahman è un politico, ricercatore e scrittore per Al-Ray al-Youm.
Catullo
14 Aprile 2018Si sopravvaluta il colonialismo occidentale in Medio Oriente, in fondo è durato meno di sessanta anni. È la storia precedente che va analizzata a cominciare dal colonialismo turco ottomano questo si durato secoli e che ha portato con se, come tutti i colonialismi, divisioni e separazioni. Vediamo quel che sta succedendo in Asia, pur avendo molti paesi vissuto il colonialismo occidentale e giapponese stanno comunque vivendo un periodo di grossa crescita economica e di pace. Decisamente il Medio Oriente deve guardare dentro se stesso più che all’esterno.