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La Siria e le posizioni altalenanti dell’Iran

Iran Siria

Di Majidaa Mohammad. Elaph (11/06/2015). Traduzione e sintesi di Laura Giacobbo.

Sembra che gli alti e bassi che si avvicendano  sulla mappa siriana hanno un impatto diretto non solo nel Qasioun, ma anche fino ai giacimenti di Qom. Come il mercurio ondeggia a destra e a sinistra, le posizioni dei politici e dei funzionari iraniani cominciano a vacillare con i venti degli sviluppi sul territorio siriano.

Se mettiamo da parte ciò che è stato trascritto sul Wall Street Journal (cioè che l’Iran si prepara ad annunciare il mandato completo sulla Siria, il suo dovere di proteggere Damasco e il presidente del regime siriano), il segretario del Consiglio di identificazione degli interessi del regime iraniano Mohsen Rezai, il 7 giugno, ha negato l’invio di forze iraniane in Siria. Anzi, ha assicurato che gli aiuti dell’Iran agli Stati della regione sono considerati aiuti umanitari e di consulenza. Questo è stato affermato in una dichiarazione dopo la riunione del Consiglio, in risposta a una domanda circa il fatto che l’Iran vorrebbe attivare un accordo congiunto di difesa tra i due Paesi. Rezai ha risposto che tale argomento non è stato affatto discusso precedentemente dai funzionari iraniani, aggiungendo che la politica dell’Iran verso la Siria è stata chiara sin dall’inizio.

Attraverso un’intervista all’agenzia di stampa iraniana Fars, è arrivata una dichiarazione dal vice ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian completamente opposta alla prima. Egli afferma che non vi è alcun cambiamento della politica iraniana nei confronti della Siria e che il sostegno di Teheran per Damasco si basa su una visione strategica e non su una manovra tattica. Ha aggiunto, inoltre, che il capo del regime siriano ha un ruolo importante nell’unità nazionale in Siria.

Ciò che risulta strano dalla dichiarazione di Abdollahian è che egli ha affermato che il riutilizzo di tecniche militari e di sicurezza sbagliate in Siria sono un errore strategico e che questa è una violazione dei diritti del popolo siriano. Ciò che risulta paradossale è che egli parla di violazioni dopo che le milizie seguaci hanno commesso in Siria i più orrendi crimini contro il popolo siriano. Inoltre, è ugualmente paradossale che dopo la successione di dolorosi colpi sferrati dalle forze del regime di Assad nell’ultimo periodo, Abdollahian ha cominciato a parlare dell’opposizione che crede nel dialogo politico e che esalta il futuro.

Siamo di fronte a questo mercurio ed è molto probabile che il cambiamento dell’Iran si sia spinto verso posizioni più lontane di ciò che è stato dichiarato attraverso i suoi funzionari. Quanto più le forze di opposizione si sono avvicinate in varie direzioni alle città strategiche o verso i confini della costa siriana, tanto più forse Abdollahian rinuncierà interamente alla forza.

Majidaa Mohammad è opinionista per Elaph.

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