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La Russia e l’opposizione siriana

opposizione sirianaDi Hani Nakshabandi. Elaph (12/02/13). Traduzione di Alessandra Cimarosti.

Ci siamo chiesti perché la Russia è così ferma nel sostegno al regime siriano. Prima di tutto, la Russia non è con il regime sul territorio o dal punto di vista geografico. Almeno in questa fase. In secondo luogo, la Russia non è l’unico paese a sostenere il regime siriano e gran parte dei media arabi ha cercato di convincerci di ciò.

La Russia e chi è al suo fianco nella trincea del regime siriano, ha una posizione che merita attenzione. L’orso russo non è ingenuo; ma gli artigli affilati con i quali ha terrorizzato chi ha tentato di occupare la sua terra, da Napoleone a Hitler, non sono in grado di rimuovere una spina di fondamentalismo islamico presente in Cecenia, parte della Russia e emorragia del suo sangue.

Questo è ciò che ha spinto la Russia non a sostenere il regime siriano, ma a temere l’opposizione. La Russia infatti, vede in essa un possibile regime islamista nel dopo Assad.

Non c’è mai stato estremismo senza armi. L’estremismo non ha vita se non si riempie di arsenali da guerra. Rimane in silenzio e calmo fino a che agisce e quando agisce… uccide e fa saltare in aria.

E non c’è nulla di più pericoloso nella storia dell’umanità, dell’unione dell’estremismo con le armi in un mix letale. E questo è ciò che mi fa stare contro l’opposizione siriana, non che apprezzi il regime, ma temo le conseguenze della sua caduta nelle mani del fondamentalismo islamico nel quale vedo agitazione, esplosioni e morte.

Con la caduta del regime, comincerà uno tsunami islamico radicale che si abbatterà inizialmente sulla Giordania e non si fermerà ai confini dell’area araba nella sua interezza.

È questo che vogliamo che accada?

Personalmente io non lo voglio, e questo perché posso immaginare già da ora cosa farà questa alluvione armata, quando inonderà la regione.

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