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La possibile indipendenza curda fa preoccupare il mondo arabo

kurdistan - indipendenza curda
Le condizioni per uno stato curdo a pochi giorni dal referendum per l'indipendenza, previsto il 25 settembre

Di Abd al-Rahmin al-Rashid. Asharq al-Awsat (12/09/2017). Traduzione e sintesi di Cristina Tardolini.

La maggioranza degli arabi al di fuori dell’Iraq è d’accordo con il desiderio dei curdi di creare un loro stato indipendente. Il presidente della regione del Kurdistan, Massoud Barzani, nelle sue varie campagne ed interviste esprime la sua visione dell’uomo curdo iracheno e il suo desiderio di indipendenza, che ha portato avanti a partire dagli anni Sessanta.

Da un punto di vista razionale e politico, tuttavia, questo desiderio deve soddisfare dei requisiti prima di potersi realizzare: non è sufficiente infatti riabilitare la regione curda come unica condizione necessaria per essere considerata uno stato, ma è necessario riabilitare anche lo stesso Stato iracheno per far sì che esso possa vivere senza la sua regione curda evitando così di collassare o essere soggetto a guerre.

È probabile che l’uscita immediata del Kurdistan dal sistema statale minaccerà l’equilibrio democratico settario in Iraq, causando nuove guerre interne; a seguito della caduta del regime totalitario di Saddam, l’Iraq è stato governato da un equilibrio piuttosto relativo, per metà sciita e per metà sunnita (di quest’ ultima corrente, una parte sono arabi e l’altra curdi), e senza una riforma del sistema politico la dipartita dei curdi rischierà di lasciare l’Iraq in una nuova turbolenza, a causa di un cambiamento di numeri in Parlamento.

L’Iraq presenta un sistema di governo parlamentare, dipendente dalla rappresentanza settaria: il ritiro dei curdi sunniti romperà gli schemi, influenzando negativamente la politica, sia con il ritorno di conflitti settari, sia con l’emergere di richieste di secessione da parte dell’occidente sunnita, in particolare il governatorato di Anbar. La frammentazione dell’Iraq, poi, rappresenterà una minaccia per altri paesi, dopo lo status quo ereditato dalla regione, divisa in seguito agli accordi di Sykes-Picot, che segnarono le sorti della Mezzaluna Fertile e del Nord arabo in generale. La maggior parte dei paesi della regione, infatti, non sostiene l’idea della secessione curda dall’Iraq per paura che possano emergere tendenze secessioniste in tutta la regione araba. Non dimentichiamo che la maggior parte della regione era stata semi-unificata sotto l’Impero Ottomano, per passare poi sotto l’amministrazione britannica e francese e in seguito divisa nei vari Stati-Nazione.

In tutto ciò, il numero dei curdi in Turchia (così come in Iran) è il doppio rispetto al numero di curdi iracheni e se anche loro dovessero richiedere l’indipendenza, questo preoccuperebbe molto il governo turco.

Come ha affermato il primo ministro iracheno Haydar al-Abadi, la secessione di qualsiasi territorio o parte del paese è subordinata all’approvazione dello Stato centrale a Baghdad, fatto improbabile data la turbolenta situazione politica di oggi.

 

Abd al-Rahman al-Rashid è stato direttore del canale Al-Arabiya e redattore capo del quotidiano Asharq al-Awsat con il quale collabora tutt’ora.

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