Uno dei professori di letteratura più celebri del mondo arabo, traduttore di classici del teatro spagnolo della portata di Calderòn de la Barca e Lope de Vega, Salah Fadl ha insegnato critica letteraria in Egitto, Yemen, Spagna e Bahrain, è stato Preside di facoltà dell’Alto Istituto di critica letteraria dell’accademia delle arti in Egitto, ed è stato eletto consigliere della Biblioteca di Alessandria. Ha tenuto una lezione di letteratura comparata anche all’Università Cattolica di Milano, e ad Arabpress ha raccontato che cosa unisce la letteratura del mondo arabo a quella occidentale.
– Da dove parte l’incontro di queste due letterature?
– Dante Alighieri è stato un appassionato lettore della tradizionale letteratura islamica, come i testi di Isra e Mi’raj -il viaggio notturno del profeta, l’epistola del perdono di Abul ‘Ala Al-Ma’arri, e scritture Sufi, come quelle, molto note, di Ibn Arabi. La prima volta che ne sentii parlare fu grazie ad un orientalista spagnolo di nome Don Asin Palacios, che pubblicò un libro nel 1919 intitolato “L’escatologia musulmana della Divina Comedia” dove spiega molto bene i riferimenti tradizionalmente islamici contenuti nel Paradiso, nell’Inferno e nel Purgatorio dantesco. Nel 1949 poi, un ricercatore italiano e uno spagnolo hanno scoperto un documento importante custodito dalla biblioteca Vaticana, ‘Il documento del Mir’aj. Un enorme testo che racchiude più di cento capitoli sulle storie del viaggio del Profeta Mohammed, della sua ascensione al primo cielo, nel quale ha incontrato gli altri profeti, e poi al secondo, al terzo, fino al settimo, oltre che molte storie che parlano di inferno. I ricercatori hanno scoperto che quel documento era stato tradotto in latino ed in francese antico, due libri presenti nelle biblioteche Vaticane, i luoghi nei quali Dante e il suo maestro andavano a studiare e a documentarsi. L’unico scritto che manca in quelle biblioteche è quello originale, quello in arabo. Durante la mia vita di professore e ricercatore, ho io stesso condotto una analisi, che ha confermato il forte collegamento di questi documenti Vaticani con i libri sui racconti del profeta, con la storia delle religioni, con letteratura della vita oltre la vita, e con i testi Sufi. Ho scritto un libro che elogia il genio di Dante e il livello poetico della Divina Commedia, mettendo in luce i collegamenti con la tradizione islamica. Da quel momento in poi, questo tema è diventato uno dei principali della letteratura comparata.
– Noi occidentali quindi dobbiamo parte della nostra tradizione al mondo arabo.
– La tradizione islamica è molto ricca, e non può limitarsi al racconto che ne fanno gli estremisti islamici, ignoranti essi stessi delle loro tradizioni. Io credo che la filosofia, il pensiero, la letteratura, la poesia ricche di entrambe le tradizioni, quella europea e quella araba, costituiscano una eredità più completa della storia dell’uomo e siano in grado di apportare conoscenza e insegnamenti fondamentali. La nostra letteratura ha origine dai testi antichi dei Sufi, e dalle le Mille e una notte, e giunge fino al romanzo moderno dei giorni nostri. Abbiamo assistito recentemente all’esplosione di un movimento di scrittura creativa nel mondo arabo, simile a quello accaduto in Europa e in America Latina. Abbiamo anche autori importanti, equiparabili al calibro di Gabriel Garcia Marquez e di altri grandi autori. Credo che lo scambio di letterature sia uno dei passi fondamentali per superare questo temporaneo equivoco tra i due mondi, passo tra l’altro importante anche per favorire accordi di natura economica e strategica, non solo letteraria. Come diceva Ibn arabi, è tempo di parlare di una sola religione, non più di tante: quella che parla solo di amore.
– In effetti ci sono molti problemi con quel mondo. Primo fra tutti proprio lo stesso Egitto. Qual è la sua visione per il futuro prossimo del Paese?
– Grazie a Dio, abbiamo superato l’anno terribile nel quale la fratellanza musulmana e i salafiti hanno preso potere in Egitto: la loro volontà era quella di rendere il paese un vuoto, triste fascismo teocratico. Tutti gli egiziani, con l’aiuto dei militari, hanno tentato di evitare la guerra civile come invece è accaduto in Siria, Yemen e Libia. La sfida adesso è completare il processo di transizione verso la democrazia.
– L’Egitto sarà mai democratico?
– Questo è il sogno degli egiziani, il motivo per il quale hanno portato avanti due rivoluzioni.
– E secondo lei, quando?
– Quando l’attuale presidente finirà il suo incarico. Se governerà anche per il prossimo mandato, nessun problema. Ma non dimentichiamoci che la nostra costituzione non lascia a nessun presidente la possibilità di governare per più di due mandati consecutivi. La cosa importante è che alla fine del suo governo gli altri partiti siano forti e in grado di prendere il potere offrendo alternative. Oltre a ciò abbiamo ovviamente necessità di riforme economiche e di riforme per l’educazione e la sanità. Abbiamo fortunatamente eliminato la minaccia dei fratelli musulmani, che stanno tentando di bloccare lo sviluppo dell’Egitto verso la democrazia. Ma la nostra abilità nel fermare questo processo ha dato speranza a tutta l’area nordafricana, la speranza che esista una strada che porti verso la moderna democrazia laica.
We want to live like we used to live in the past and practice our political, social and other rights etc. , but now unfortunately bread has become an ambition and a dream … We do not have health / justice / education and these are the nerve and strength of any people or community … Check the history of our master Omar bin Al Khatab in the Islamic era, the first 6 months of Islamic dispute and the first one to apply the system of control over the state funds … :: I am sad for my country Ooohhh, but I personally have great hope …. Do not say, O God, I have a big problem, but say to a problem I have a great God
Vogliamo vivere come siamo abituati a vivere nel passato e praticare i nostri politici, sociali e di altri diritti, ecc, ma ora purtroppo il pane è diventato un’ambizione e un sogno … Non abbiamo la salute / giustizia / educazione e questi sono il nervo e la forza di un popolo o di una comunità … controllare la storia del nostro maestro Omar bin al Khatab in epoca islamica, i primi 6 mesi di contestazione islamica e la prima di applicare il sistema di controllo sui fondi statali .. . :: sono triste per il mio paese Ooohhh, ma personalmente ho grande speranza …. non dire, o Dio, ho un grosso problema, ma dire a un problema che ho un grande Dio