La chiamata all’eco-islam

Zoom 16 nov eco-islamDi Monika Zdibi. Qantara.de (14/11/13). Traduzione e sintesi di Alessandra Cimarosti.

Dalla fine degli anni ’60, intellettuali e studiosi musulmani – senza che la maggior parte dei credenti lo notasse – hanno sviluppato una teologia ambientale islamica. L’obiettivo è esaminare  principi come la sostenibilità, la protezione ambientale, il benessere animale e la biodiversità e la loro compatibilità con l’islam. Il cambiamento climatico e i problemi ambientali globali non hanno solamente portato gli umani a riflettere riguardo alla loro posizione nell’ambiente, ma hanno anche fatto sì che fossero ideate strategie per preservare la terra. Questo è il motivo per il quale molte comunità religiose hanno cominciato a interrogarsi su cosa pensassero le proprie religioni della protezione ambientale.

Nel 1967, lo storico Lynn White Junior formulò una controversa teoria riguardo alle origini della crisi ecologica, secondo la quale aveva le proprie radici nelle religioni monoteiste. Quest’accusa provocò diverse reazioni, tra cui la nascita di un nuovo pensiero “eco teologico”. Il movimento eco teologico islamico fu avviato da accademici e studiosi musulmani, molti dei quali erano cresciuti in Paesi musulmani e in seguito trasferiti in Paesi occidentali. Dal confronto con tali problemi ambientali, la dimensione ecologica dell’islam si è diffusa in organizzazioni e iniziative di tutto il mondo. I termini “islam verde” o “eco-islam” sono diventati etichette di questo movimento contemporaneo degli ultimi anni. Ci sono inoltre alcuni eventi o date del calendario islamico che sono ideali per la promozione di questi punti di vista: un esempio è il Ramadan, il mese del digiuno. Siccome durante questo mese molte famiglie preparano enormi feste per il pasto serale – il che significa che molto cibo finisce per essere gettato via – negli ultimi anni, un gran numero di articoli di blog è dedicato al tema dell’Islam e dell’ecologia (come www.theecomuslim.com o www.khaleafa.com) in cui si invita a celebrare un Ramadan verde con un comportamento sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

La “Campagna della verde khutba” è stata fondata da Muaz Nasir, in occasione della Giornata della Terra 2012.  Per tale campagna è stato formulato un sermone esempio (che aveva l’obiettivo di incoraggiare le moschee e le istituzioni islamiche alla sensibilizzazione delle sfide ambientali affrontate dal genere umano) che è stato supportato da più di 75 imam e/o organizzazioni in Nord America. Muaz Nasir è un attivista ambientale musulmano, vive a Toronto ed è molto attivo in questo settore. L’Alleanza inglese per le Religioni e la Conservazione (ARC) ha commissionato a Global One 2015 e EcoMuslim di scrivere una Guida Verde per l’hajj (pellegrino). Siccome il pellegrinaggio è uno dei 5 pilastri dell’islam e  generalmente chi ritorna da esso ha l’intenzione di aderire più strettamente alla religione, questo evento mira a toccare il cuore dei pellegrini, incoraggiandoli ad adottare una vita sostenibile e più rispettosa dell’ambiente. Nella guida ci sono anche varie idee del Grand Mufti egiziano Ali Gomaa, per ridurre lo spreco e i consumi durante il pellegrinaggio e per continuare a vivere in modo sostenibile dopo il viaggio. La Guida Verde per l’hajj invita inoltre i pellegrini a non usare bottiglie di plastica, a utilizzare i trasporti pubblici, ad esempio la metro di Mecca, e a fare il pellegrinaggio solo una volta nella vita.

Il padre fondatore della eco teologia islamica è il filosofo iraniano Seyyed Hossein Nasr che nel 1967 ha scritto il libro “L’uomo e la natura: la crisi spirituale dell’uomo moderno”. L’etica ambientale si basa sul Corano e sul corpo degli hadith. Secondo questa interpretazione, conservare la natura e il creato – in particolare la flora, la fauna e l’acqua – è uno degli obblighi islamici più importanti. L’acqua gioca un ruolo molto importante nell’islam essendo considerata fondamento della vita. Gli animali sono al di sotto degli umani nell’ordine islamico della creazione perché, a differenza degli umani, non hanno ragione e non possono distinguere la fede dalla non-fede; tuttavia, come dimostra il gran numero di hadith dedicati ad essi, la protezione degli animali è fondamentale. Anche le piante hanno un ruolo importantissimo nell’islam. Sono fondamentali per esseri umani e animali per produrre ossigeno. In un hadith viene detto che ogni musulmano che pianta un albero sarà ricompensato nell’aldilà per ogni animale o uomo che si sarà cibato da esso.

Secondo l’etica ambientale islamica, la soluzione dei problemi ambientali sarebbe connessa alla rinascita della spiritualità e della fede. Anche se l’eco-islam è un movimento molto giovane e esistono molte interpretazioni, tutte condividono lo stesso obiettivo, ossia la tutela dell’ambiente e la salvaguardia del creato. Inoltre, il tema dell’ambiente e della protezione della Terra unisce anche i fedeli di altre religioni: una lotta comune per preservare la vita di tutti gli esseri viventi, pilastro fondamentale nel dibattito inter-religioso. Se un approccio esclusivamente religioso non può risolvere i problemi del cambiamento climatico, può sicuramente contribuire al cambiamento delle mentalità.

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