Culture and Conflict (16/11/2013). Traduzione di Claudia Avolio.
“Lost Land” è la nuova pièce teatrale portata in scena dal Freedom Theatre di Jenin. L’opera debutta oggi nel campo rifugiati della città palestinese e verrà replicata fino al 27 novembre. La storia riprende la trama del romanzo “Le Grand Meaulnes” di Alain Fournier – uno dei più importanti romanzieri francesi del XX secolo. “Le Grand Meaulnes” venne scritta un anno prima della Grande Guerra ed è pervasa dal presentimento dell’imminente catastrofe che si sarebbe abbattuta sul mondo, e in particolare sui più giovani.
La morte non è la perdita più grande: la perdita più grande è ciò che muore dentro di noi mentre siamo ancora vivi. Terra perduta, amori lasciati, amici d’infanzia i cui sentieri s’incrociano in un futuro che non era quello che desideravano. Scegliere di ribellarsi, combattere e resistere, chiedendosi: “Si può scrivere di qualunque cosa a questo mondo, ma ne puoi forse cambiare alcunché?”.
L’adattamento del Freedom Theatre offre un’affascinante rivisitazione del grande classico francese sullo sfondo della piaga palestinese dove, dietro ogni sforzo, c’è lo struggimento per ciò che è stato sottratto, distrutto e calpestato. Un popolo, sotto occupazione e sradicato, che anela ad una “Lost Land”.
A prima vista “Lost Land” è una storia semplice e romantica, pervasa dalla travolgente forza dell’amore e dalla prima esperienza con la bellezza, perduta poco dopo averla provata. Ma la pièce è intessuta di una grande complessità al di sotto della superficie. Vi si riflette sul passato, la giovinezza, la perdita e le richieste che la Storia avanza sugli esseri umani comuni. Essere nati in quel particolare momento fa di questi esseri umani qualcosa di straordinario.
“Lost Land” è sostenuta da Sida come parte del programma PAN, dalla Swedish Postcode Lottery, dall’Institut Francais di Gerusalemme e dalla Roddick Foundation.
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