Elaph (15/07/2012). Un uomo israeliano si è dato fuoco a Tel Aviv in segno di protesta, lasciando una lettera in cui descrive le ragioni del gesto estremo: “Per il fallimento di Benjamin Netanyahu nel gestire la crisi economica e sociale vissuta da Israele”. Molti esperti vedono nell’accaduto una forte eco di ciò che avvenne in Tunisia nel 2011, quando Mohammed Bouazizi si diede fuoco ed ebbero inizio le rivolte arabe.
La realtà vissuta dall’uomo riguarda molti altri israeliani: una pensione sociale che non supera i 2300 shekel (meno di 500 euro), nessun accesso ai farmaci e impossibilità di usufruire di unità abitative.
Il gesto dell’uomo avviene dopo un anno di proteste portate avanti da un ampio segmento della gioventù israeliana, in netto disaccordo con l’atteggiamento del governo in ambito economico e sociale. Come si legge nel lungo report pubblicato dal giornale ebraico Haaretz, “la realtà del Bouazizi israeliano testimonia il profondo divario tra gli israeliani ed il governo del Likud, un divario fattosi sempre più ampio nel corso degli anni”.