Ynet News (12/05/2013). Dopo due anni dalle manifestazioni anti-Netanyahu, gli attivisti israeliani sono tornati ieri per le strade protestando contro la politica economica. Circa 4000 i manifestanti, divisi tra sei centri tra cui Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa. Ad essere accusate sono le misure di austerità portate avanti dal ministro delle Finanze Yair Lapid. A Gerusalemme 200 manifestanti hanno marciato fino alla residenza del primo ministro portando cartelli con scritte come “Il popolo chiede la giustizia sociale”, mentre a Haifa si leggevano messaggi come “Lavoratori non schiavi”. Uno dei manifestanti, l’attivista Ofer Barkan, ha commentato: “Le elezioni di gennaio sono state la più grossa bugia cui Israele abbia assistito in questi anni. Chiunque si aspettasse un cambiamento, ha ricevuto un pugno in faccia”.
Uno degli organizzatori delle proteste ha detto al riguardo che “Se avessimo avuto gli occhi chiusi, avremmo pensato che fosse Netanyahu a parlare, e non Lapid”. Il riferimento – che dà un’idea di come non venga percepito alcun miglioramento in tal senso – è a un’intervista che il ministro delle Finanze ha rilasciato venerdì. Alon-Li Green, altro organizzatore, ha parlato delle proteste di due anni fa dicendo che erano atte a “salvare il nostro Paese, e ora invece scopriamo che il nuovo ministro delle finanze è solo qualcuno un tantino più fotogenico del suo predecessore e della sua politica”.