Alla fine il colosso di Mountain View ce l’ha fatta, strappando, dopo mesi e mesi di lunghi dibattiti politici, l’autorizzazione per immortalare Israele a 360°.
Perchè alla fine si è trattato molto più di politica che di tecnologia. Street View, la famosa risorsa online disponibile in molti paesi del mondo, è finalmente giunto in medioriente.
Israele è il primo paese dell’area in cui sarà possibile muoversi con la famosa opzione (il Museo nazionale di Baghdad, seppur importante, è ad ogni modo uno spazio chiuso).
Nell’estate del 2011, Google aveva chiesto alle autorità israeliane di iniziare a scattare fotografie, e dopo circa sei mesi di consultazioni, le autorità avevano concesso, seppur reticenti, l’autorizzazione.
Le autorità preposte hanno chiesto di visionare le immagini, oscurando volti e vetture. Google ha anche tranquillizzato sostenendo che questi sono accorgimenti di routine e che le iimagini di Street View non sono né in diretta, tantomeno svelano luoghi “sensibili”, ma solo quelli a cui tutti hanno accesso.
Le preoccupazioni erano dovute alla possibilità che terroristi usassero le immagini per lanciare attacchi, come aveva spiegato nel 2008 il leader del jihad islamico, Abu Hamza, chiarendo che i missili venivano lanciati dopo studi su Google Earth (il servizio di Mappe e carte geografiche) per identificre i bersagli e le traiettorie degli stessi.
Google dal canto suo ha spinto sull’importanza “morale” del progetto, che include siti chiave per tutte le maggiori religioni, tra cui il monte degli ulivi, la spianata delle moschee e il muro occidentale.
Le reazioni sono state discordanti: c’è chi, come il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat, vede le possibili ripercussioni positive, tra cui il turismo, e chi come Morchedai Kedar, per 25 anni nell’intelligence israeliana, che ne vede solo gli aspetti negativi soprattutto per la sicurezza. “Ogni minuto in più che Street View è fruibile, è una danno crescente per Israele”.
Al momento Google è all’opera con le sue macchine nello stato ebraico, ma diverso tempo passerà prima che Street View sia effettivamente fruibile al grande pubblico. Stando così le cose, Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa saranno le prime tre città ad essere visitabili, anche se la battaglia politica intorno all’argomento non può dirsi ancora conclusa.
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