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#intfe Parole in libertà

ferrara2013_logoIl festival di Internazionale a Ferrara è un appuntamento imperdibile visto che arrivano giornalisti, scrittori blogger da tutto il mondo per raccontarci come vanno le cose lontano da casa nostra.

Non posso perdermi l’incontro con i blogger della primavera araba, li seguo dall’inizio delle proteste e sono sicura che hanno qualche cosa di nuovo da dirmi.

Jacopo Granci di Osservatorio Iraq è una garanzia, il marocchino Omar Radi di Mamfakinch, il tunisino  Kais  Zriba di Nawaat e l’attivista per i diritti umani Gamal Eid sono nomi importanti che stanno facendo la storia della Primavera Araba.

Ok per una introduzione per chi non c’era l’anno scorso ma facciamola corta, chi è seduto lì sa bene cosa è successo e come sono andate le cose non occorre tornare sugli stessi argomenti e invece ……….Si parla ancora dell’importanza del web e dell’ informazione via internet che avrebbe mobilitato le masse coagulandole nelle proteste di piazza.

E’ stata una cosa veramente eccezionale, una informazione capillare che ha scavalcato la censura di Stato ma dopo due anni dall’inizio di questa avventura esaltante e dolorosa il blogger rimane solo osservatore di eventi o si rimbocca fisicamente le maniche per realizzare le idee di cui si è fatto promotore? Quando è che il blogger scende dalla regia e si mescola con chi non è connesso per dare vita a progetti reali ?

Sentendo sempre la stessa storia mi sembrava che i blogger fossero fuori dalla realtà, non avevano nulla di nuovo da dirci, non avevano risultati di progetti nelle periferie delle città o nelle campagne, erano come due anni fa ” raccontatori di fatti ” che hanno vissuto, carcere compreso, ma sembravano attori di un film esaltante ma ormai già visto.

Avrei voluto dati, racconti di coinvolgimenti particolari di gente del popolo, racconti di blogger che zaino in spalla vanno nei villaggi a condividere la vita della gente comune che non ha i soldi per poter essere connessa.

Internet ti apre un orizzonte  ma non ti dà da mangiare, internet ha bisogno di soldi e di corrente elettrica per funzionare e la gente comune ha pochissimi soldi e deve fare i conti con la corrente elettrica che spesso non c’è.

Internet insomma è un privilegio, e oggi avrei voluto sentire dei progetti futuri per la società araba da parte dei blogger.

Non ci siamo ancora.

Li ho ascoltati, ammirati ma non li ho trovati maturati, un pò edonisti e come Gamal Eid pungenti nei confronti dell’Europa che è stata a guardare .

Blogger scendete dal piedistallo, comnciate a distribuire minestre calde, i fondamentalisti e i dittatori questo lo sanno da sempre, è il pane che conquista.

internazionale Ferrara 2013