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In Libano una squadra di calcio di sopravvissuti alle mine

Di Patrick Keddie. Now Lebanon (05/09/2014). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo.

A prima vista, non c’è nulla di strano nella squadra di calcio che sta facendo riscaldamento tirando palloni in direzione della porta. Dopo qualche secondo qualcuno grida “yallah, yallah” e una partitella viene organizzata in quattro e quattr’otto. Ad un certo punto la palla arriva a Mohamed Ali El-Haj che si ritrova faccia a faccia con il portiere. El-Haj cerca di fare goal, ma qualcosa va storto. La sua gamba ciondola e poi cade a terra, tra le risate degli altri giocatori. El-Haj sorride, riattacca la sua protesi e torna a giocare.

El-Haj gioca nella Lebanese Landmine Survivors’ Football Team (la squadra di calcio libanese dei sopravvissuti alle mine) fin dalla sua creazione, nel 2001. È un attaccante alla maniera di Christian Vieri o del brasiliano Ronaldo, a fine carriera. La sua unica difficoltà nel giocare a calcio è che “qualche volta perdo la mia gamba e a volte non segno abbastanza goal”, dice ridendo. El-Haj ha perso la sua gamba sinistra dal ginocchio in giù nel 1992, a causa di una mina che era stata piantata a Beirut durante la guerra civile. “L’anno dopo l’incidente è stato un inferno per me”, dice. La squadra, che si riunisce ogni mercoledì sera per allenarsi, svolge un ruolo estremamente importante nella vita di El-Haj: “Gioco a calcio pensando che la disabilità non è una barriera”, afferma e aggiunge: “Posso giocare a calcio anche con il mio arto artificiale. Niente può fermarmi”.

Il Libano è disseminato di mine e ordigni inesplosi dalla guerra civile (1975-1990) e a causa delle invasioni e degli attacchi israeliani. “Ci sono molte persone amputate, per questo abbiamo pensato che potevamo fargli fare dello sport”, ha dichiarato il dottor Bachir Abdul Khalek, allenatore della squadra che ha lavorato affianco all’Associazione Libanese per Portatori di Handicap (LWAH) per realizzare il progetto. “Abbiamo pensato che il calcio, in quanto sport di squadra, sarebbe stato meglio per loro”. Secondo il dottor Bachir, lo scopo del progetto è trasformare la disabilità in abilità: “Questo è il concetto principale. Per convincerli che non sono deboli, che possono giocare e affrontare questa disabilità”.

Il livello di gioco è alto. Gli amputati alle gambe hanno un’andatura più rigida, alcuni zoppicano leggermente quando corrono, ma passano la palla e si muovono rapidamente. Quando il progetto è iniziato, c’erano circa 10 giocatori. Ora ci sono 15 giocatori con le gambe amputate e 3 amputati alle braccia. Giocano in un edificio stile hangar in un piccolo villaggio pochi chilometri Sud di Sidone. Anche se i giocatori vengono da tutto il Libano, molti sono originari del Sud del Paese. Provengono dalle cittadine e dai paesi posti al confine o da zone colpite dalla guerra e dagli attacchi israeliani.

Il dottor Bachir ha grandi progetti per la squadra. Molti dei giocatori hanno avuto accesso alle paralimpiadi e altri si stanno preparando per accedere ai Para Giochi Asiatici alla fine di quest’anno. Inoltre, il dottor Bachir sta allenando alcuni dei giocatori per partecipare alle competizioni internazionali di calcio per persone amputate.

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