Di Aicha Belhaj. Al-Quds al-Arabi (07/11/2013). Traduzione e sintesi di Silvia Di Cesare.
Per anni il cortometraggio è sempre stato visto come una fase di passaggio, utile ad un regista per acquisire le conoscenze e l’esperienza cinematografica necessarie per realizzare l’unico vero prodotto cinematografico: il lungometraggio.
Tuttavia, oggi il cortometraggio ha iniziato a imporsi come una forma cinematografica diversa, con una sua propria valenza artistica. Sopratutto in Marocco, il cortometraggio ha molti appassionati che apprezzano il genere proprio per le caratteristiche che lo differenziano dal lungometraggio: l’intensità, la velocità e la medesima attenzione riservata all’aspetto estetico e alla storia, che sia esso un breve momento di vita o un evento fuggevole.
Il pubblico e i curiosi di Tangeri hanno avuto la possibilità di gustare una ricca selezione di corti cinematografici dal forte sapore mediterraneo. Tutto ciò in occasione dell’undicesima edizione del Festival Mediterraneo del Cortometraggio, svoltosi nella sala cinematografica Rif di Tangeri che ha proiettato, nell’arco di cinque giorni, 46 cortometraggi di diversi Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo.
Alcuni film in programma si focalizzavano su tematiche politiche, come il film marocchino “Reglage” che, oltre a porre l’attenzione sugli anni di piombo, ha portato per la prima volta all’interno del cinema marocchino la questione del Polisario; o come il film siriano “Palestine caisse d’attente des oranges”, il quale affronta il problema dell’identità e del rapporto con l’altro.
Oltre ai film provenienti dai Paesi arabi, tra cui cinque film marocchini, uno siriano, tre libanesi e due egiziani, hanno partecipato alla competizione numerosi film europei della sponda settentrionale del Mediterraneo. Tra questi, il film che ha riscosso il maggior successo, vincitore del premio per la sceneggiatura, è il film italiano “Matilde” di Vito Palmieri, storia di una bambina dall’intelligenza acuta, nonostante la sua timidezza, che cerca un modo creativo per confrontarsi con l’ambiente che la circonda.
Commentando i risultati del Festival, il critico cinematografico Abdul Karim Wakrim ha dichiarato che anche quest’anno, come nelle scorse edizioni, i Paesi come la Grecia, la Spagna e la Francia hanno rubato i riflettori ai restanti Paesi, sottolineando che la qualità del cinema della sponda settentrionale del Mediterraneo spicca rispetto ai film provenienti dalla sponda meridionale, siano essi marocchini, tunisini od egiziani. La sua critica si scaglia anche contro la decisione della giuria, che ha premiato come miglior film il cortometraggio greco “Camomilla” del regista Neritan Zinxhiria.