L’esercito nemico o amico del popolo?
Di Ratib Shabu, al-Araby al-Jadid (9/04/2019). Traduzione e sintesi di Mario Gaetano.
Il movimento algerino rappresenta nella storia dell’Algeria un successo senza precedenti poiché ha costretto il presidente Bouteflika in modo pacifico a rinunciare ad un quinto mandato. La piazza, tuttavia, vede in questa decisione del presidente una manovra che porterà il Paese a qualcosa di peggio di un quinto mandato.
Nonostante Bouteflika sia dimissionario, le manifestazioni non accennano a diminuire, contrariamente a quanto si pensava, anzi la piazza continua a scandire lo slogan “Nessun quinto mandato”; la caratteristica di questo striscione è che lo si può applicare solo a Bouteflika. La piazza sembra averlo compreso bene. Il presidente, ormai, non è più in grado di parlare al suo popolo, anzi già prima del suo quarto mandato, le sue condizioni di salute non erano buone e le manifestazioni popolari contro la sua presidenza non erano poche, di conseguenza è chiaro che un quinto mandato non sarebbe accolto con favore.
La rinuncia di Bouteflika è avvenuta sotto la spinta delle manifestazioni: tale decisione è stata percepita come una vittoria da parte dei manifestanti; il presidente, dal canto suo, ha promesso che resterà in carica un altro anno per fare delle riforme prima d’indire nuove elezioni presidenziali.
La piazza non si è accontentata delle dimissioni di Bouteflika, ma vuole che se ne vadano anche quelli che essa ha chiamato “i tre figli”, vale a dire: Abd al-Qader Salah (uomo vicino a Bouteflika e presidente del consiglio della Nazione da 16 anni). Al-Tayeb Belaiz (presidente del consiglio costituzionale vicino a Bouteflika) e Nur al-din Badawy (ministro dell’interno fedele a Bouteflika).
Tra i fattori di successo del movimento algerino, almeno fino ad adesso, è che esso ha preservato la sua impronta popolare e lontana dai partiti politici, ma forse il fattore decisivo che ha segnato il suo successo è l’esercito che si è frapposto tra il potere e la piazza.
La sintonia tra esercito e piazza è stata espressa con lo slogan “fino ad adesso”, poiché l’esercito che oggi protegge i manifestanti, sarà lo stesso che domani proteggerà il regime, in altre parole, oggi esso è il punto di forza della piazza, ma domani potrebbe essere il suo punto di debolezza, senza contare che, sebbene il movimento abbia acquisito popolarità tra gli algerini, proprio la sua lontananza dai partiti politici, la mancanza di una guida, potrebbero rappresentare un ulteriore punto di debolezza.
Ciò che potrebbe mettere a rischio questi cambiamenti è il possibile manifestarsi di fenomeni di terrorismo, che già hanno attraversato l’Algeria nel periodo del c.d. “decennio nero”, un pericolo che potrebbe giocare un ruolo contro il movimento algerino, cosicché l’esercito, che oggi si è schierato dalla sua parte, domani potrebbe decidere di schiacciarlo se dovesse mettere a repentaglio l’integrità della nazione.
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