Di Zoubir Zerarga. Le Matn dz (06/08/2013). Traduzione di Roberta Papaleo. Di certo, mangiare dei panini in pubblico e nel bel mezzo del mese di digiuno è coraggioso, oppure laico. Ma di fronte all’ipocrisia di chi governa, l’intolleranza continuerà a diffondere il caos. Semplicemente, essa rimane in quanto istituzionalizzata. L’intolleranza religiosa dello Stato resta un atto costituzionalmente rinforzato attraverso l’articolo 2 della legge fondamentale, il quale sancisce che l’islam è la religione di Stato. Inoltre, la sua presenza rimane in tutti gli stadi dell’insegnamento attraverso i corsi di educazione islamica. Nonostante la l’articolo 36 della Costituzione precisa che la libertà di coscienza e la libertà di opinione sono inviolabili, la connotazione islamica di tutte le istituzioni statali è sempre presente. La coscienza viene così fortemente violata. Ciò perché, nel subconscio dei redattori della legge fondamentale, l’algerino non è altro che un musulmano. Senza libertà di culto. E non va scordato che numerosi cristiani sono stati perseguitati in diverse regioni del Paese.
La religiose, qualunque essa sia, è sempre integralista e fanatica. Nella pratica, essa è spesso soggettiva e irragionevole. Quanto all’uomo religioso, egli è dogmatico, rigido, intollerante e autoritario. Non evolve e tende piuttosto a preservare la tradizione. Imam, papa, rabbino o monaco buddista, sono tutti simili specialmente a causa dei loro abiti, che riportano a epoche molto lontane. Difensori zelanti della tradizione, queste persone si autoproclamano uomini di fede, perpetuano il mito sfidando il sapere, la ragione e la logica.
Nessuna religione è una scienza. Di fronte al dogma, la scienza abdica. Di fronte alla dottrina, la coscienza si arrende. Di fronte al mito, la percezione si opacizza. Allora le idee si sfocano e i concetti si mischiano. C’è dunque bisogno di lottare per liberare le coscienze e per ripristinare l’ordine negli spiriti. Una sorta di duello permanente, che impegna la ragione, la coscienza contro la fede e la follia.
La cosa grave è quanto tutto viene mischiato alla politica. Allora il panico si impone per nascondere le vie della tolleranza. Il disordine attacca la coscienza e spinge ad atti sconsiderati e repressivi. Così, chi non digiuni viene imprigionato, i non praticanti infastiditi, i non musulmani perseguitati, le donne violentate, il democratico accusa di essere un apostata viene ucciso … Tutto questo succede nel nome di una repubblica democratica e popolare in maniera ipocrita.
Ancora più grave quando ci si nasconde dietro la pratica religiosa per dissimulare la propria incompetenza politica. Peggio, quando si implora il sostegno divino per il successo economico. La religione, insieme di credenze più o meno bizzarre, deve restare un affare privato, individuale e personale. Non può essere né imposta, né utilizzata a fini politici, economici o altro. Ogni individuo ha il diritto di viverla come meglio crede.
Tuttavia, continuare ad imporre il dogma religioso attraverso la repressione non fa altro che incoraggiare l’ambizione di separarsi dall’altro, di impossessarsi del desiderio di vivere insieme. La tolleranza religiosa richiede di conseguenza uno Stato laico e secolare con una Costituzione che bandisca tutti i riferimenti religiosi dal suo testo, o almeno che garantisca chiaramente e senza ambiguità la libertà di culto e di fede. Il sandwich di Tizi Ouzou costituisce un atto laico di una società libera su cui lo Stato carceriere e mistificatore dovrebbe seriamente riflettere.
Link all’articolo: http://www.lematindz.net/news/12264-le-sandwich-de-tizi-ouzou-la-laicite-dun-acte-et-non-detat.html
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