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Il conflitto è in casa di Assad?

Asharq Al-Awsat (12/06/12). Traduzione di Alessandra Cimarosti. Secondo esperti, le due stragi che hanno avuto luogo due settimane fa e che hanno avuto il consenso e la protezione – e forse anche la partecipazione – delle forze del regime, dimostrerebbero che Bashar ElAssad avrebbe perso la sua autorità sulla sicurezza e sull’esercito. Le due stragi hanno incoraggiato il mondo a prendere posizioni più decise, attraverso la chiusura delle ambasciate in Siria da parte di molti paesi del mondo, l’impegno di numerosi governi, al fine di apportare un sostegno materiale e militare ai ribelli e limitando il numero degli alleati di Assad che sono stati incapaci di assolverlo e sono rimasti soddisfatti della richiesta di indagini sui suoi crimini. Assad in ogni crimine perpetrato dal suo regime, ha incolpato i propri avversari. Nella prima strage, quella di Hula, gli osservatori internazionali hanno testimoniato i bombardamenti del regime, hanno trovato prove, poi rese note dal segretario generale delle Nazioni Unite, hanno accusato il regime di aver commesso dei crimini e hanno annunciato la sua illegittimità. Nella seconda strage, quella di Hama, il regime si è affrettato a vietare agli osservatori internazionali di visitare il posto nei giorni successivi all’accaduto, per riordinare il luogo e la storia.

Questo non significa che Assad non sia coinvolto nelle stragi commesse dalle forze e dalle milizie a lui devote, ma che si stia verificando una nuova situazione, nella quale le altre dirigenze siriane abbiano iniziato a non seguire gli ordini del presidente o a cooperare con lui; molto più probabilmente però, si pensa che suo fratello Maher, descritto sempre come sostenitore della soluzione di sangue, sia diventato colui che governa il paese.

Sembra dunque che ci siano ribaltamenti all’interno del regime e ciò porterà all’allontanamento di Assad e all’ascesa di un governo su terreno effettivo. Ed è qui che troviamo Maher ElAssad con le sue posizioni più radicali contro il popolo siriano. Quanto a Bashar, lui interpreta il ruolo della faccia pacifica del regime, lo stesso ruolo giocato nei 12 anni di governo.

È stato coinvolto nell’assassinio dell’ex primo ministro libanese, Rafiq AlHariri, e di altre 20 personalità libanesi, ma si è sempre detto innocente e uomo mite. Nonostante la sua rivalità con AlHariri, e con metà dei dirigenti del Libano, ha sempre nascosto tutto e non è mai stata portata in superficie l’unica vera storia di ciò che è realmente accaduto. Assad si è detto vittima di un complotto straniero contro di lui, che vorrebbe insozzare il suo regime di omicidio.

Quando è iniziata la rivoluzione siriana si è ripetuta la stessa situazione. Si è inventato la storia dei salafiti che hanno ucciso persone e che le forze del suo regime non hanno relazioni con ciò che è accaduto!

È probabile che la gestione della crisi non abbia posto nel palazzo presidenziale, molti indicatori dimostrano dichiarazioni contrastanti e resoconti narrativi diversi. Dalla parte del governo si nascondono i crimini, dall’altra, quella dell’esercito, dove comanda Maher, invece si promuovono, al fine di spaventare i cittadini e mettere fine alla rivoluzione.