Di Hazem Balousha. Al Monitor (31/08/2015). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo.
Quasi tutti i media palestinesi – stampa, radio, televisione e web – dedicano dello spazio a traduzioni da fonti israeliane. Alcuni hanno dei regolari programmi o colonne con argomenti discussi nella stampa israeliana, principalmente legati alle questioni palestinesi. Vengono anche pubblicati articoli di opinione di scrittori israeliani tradotti, così come notizie interne israeliane. Quando si tratta di incidenti di sicurezza tra Gaza e Israele o tra quest’ultimo e la Cisgiordania, gli abitanti di Gaza seguono i media israeliani: le breaking news, ma anche le notizie e le dichiarazioni degli ufficiali della sicurezza israeliani e i rapporti della stampa israeliana sui funzionari palestinesi.
Wissama Afifa, caporedattore di Hamas’ Al-Resalah, un giornale bisettimanale di Gaza, ha confermato che “c’è un grande interesse (tra i palestinesi) verso la sezione delle traduzioni dai media israeliani. È una delle sezioni più importanti dei giornali. I palestinesi la seguono religiosamente”. E aggiunge: “Amiamo sempre pubblicare notizie dai media israeliani per mostrare ai palestinesi i punti deboli della società israeliana e rafforzare il fronte interno palestinese. La divisone politica palestinese è chiaramente rappresentata attraverso gli organi di stampa, che sfruttano le notizie provenienti dai media israeliani contro i propri avversari”. Per esempio i media affiliati o vicini ad Hamas metteranno in evidenza notizie che danneggiano i loro rivali, come Fatah o l’Autorità Palestinese e viceversa, soprattutto se riguardano accuse di corruzione e comunicazioni con Israele.
Nel dicembre del 2012 nella Striscia di Gaza, Hamas ha vietato di trattare con la stampa israeliana ed ha proibito ai giornalisti di Gaza di lavorare con i media israeliani. Ha anche vietato ai funzionari di Gaza di rilasciare a quest’ultima delle dichiarazioni. I gazawi sono interessati alle notizie israeliane perché la sicurezza e la situazione politica di Gaza sono influenzati in modo significativo dalle decisioni e dalla situazione interna d’Israele. Molti media palestinesi sono, infatti, affiliati a fazioni politiche.
Inoltre, molti dei loro giornalisti sono giovani e mancano di un’appropriata formazione ed esperienza giornalistica. Muastafa Ibrahim, uno scrittore palestinese, afferma che i media israeliani hanno un livello più alto di credibilità tra i palestinesi, perché godono di più libertà della stampa palestinese. “I giornalisti israeliani hanno un accesso alle informazioni più ampio di quelli palestinesi. C’è una migliore organizzazione dei media in Israele e ci sono molte critiche interne alla politica israeliana, diversamente da ciò che avviene nella stampa palestinese [che non critica le politiche palestinesi]”, ha aggiunto Ibrahim.
Le ragioni della debolezza dei media palestinesi sono varie. Tra queste ci sono le precarie condizioni finanziarie, la mancanza di esperienze giornalistiche professionali, l’abbandono dei media da parte dei funzionari palestinesi, lo stato embrionale del giornalismo palestinese e il legame degli organi di stampa con i partiti politici. In generale, l’interesse dei lettori nelle notizie e negli articoli provenienti dai media israeliani può essere spiegato con il semplice desiderio dei palestinesi di avere delle informazioni che possano aiutarli a comprendere la realtà che li circonda, indipendentemente dalle loro origini.
Hazem Balousha è un giornalista palestinese e vive a Gaza. È il fondatore dell’Istituto Palestinese per la Comunicazione e lo Sviluppo.
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