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Gli USA sorprendono l’opposizione siriana

Bandiera siriana Siria
Dal comunicato Ratney "un’accusa” all’opposizione siriana che ha favorito il fronte Al-Nusra con il suo silenzio

Di Samira al-Musalima. Al-Araby al-Jadeed (18/03/2017). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.

L’inviato americano Micheal Ratney ha rilasciato lo scorso 10 marzo un comunicato dettagliato ed eloquente in cui accusa quanti hanno taciuto sul fronte al-Nusra e sul suo operato. Secondo Ratney proprio questo silenzio è stato motivo di interruzione del sostegno da parte dei Paesi Alleati alla rivoluzione siriana. Nel comunicato si afferma che il fronte al-Nusra – una minaccia non solo per l’Occidente ma anche per l’Islam e i musulmani – ha contribuito alla distruzione della Siria e che porterà l’opposizione al suicidio.

Dalla dichiarazione si evince dunque la nuova posizione americana, che tenta di portare alla luce quelle fazioni dell’opposizione siriana che hanno riempito le file del regime terrorista. È giusto allora chiederci, con o senza Ratney, come può un’opposizione devota alla rivoluzione appoggiare un regime che non ha riconosciuto la rivoluzione stessa o la sua nazione, costringendo il suo popolo alla fuga per liberarsi di un governo tiranno, che ha accusato i cittadini di apostasia, ha tentato di ucciderli e arrestarli, come accaduto nel sud della Siria con l’arresto e la relativa scomparsa di alcuni leader dell’esercito libero siriano. Il tutto non è stato mai oggetto di denuncia o condanna da parte di quel fronte che si riteneva il solo rappresentante della rivoluzione.

Con un ritardo di quattro anni, la Coalizione ha annunciato lo scorso gennaio di separarsi dal fronte al-Nusra, ma solo dopo la denuncia da parte turca. Per tutto questo tempo dunque, la Coalizione è stata in grado di tacere sull’operato del fronte, così come continua a tacere sull’operato di altre fazioni simili.

Gli spettri dell’opposizione siriana hanno favorito il fronte al-Nusra, dietro pretesto da parte di alcuni di combattere il regime e da parte di altri di unione “ideologica”, trasformando lo scontro politico contro il regime siriano in conflitto settario o religioso. In questo modo si è alimentato il discorso del regime che sin dagli inizi ha voluto spostare l’attenzione sull’aspetto settario o religioso, influenzando componenti dell’opposizione e i media.

Se il comunicato di Ratney sembra voler difendere l’innocenza di tutti quegli stati “amici del popolo siriano” – in particolare gli Stati Uniti d’America – sappiamo che essi hanno però contribuito all’espansione di tale organizzazione terrorista, operando sotto gli occhi vigili della comuntà internazionale. Non possiamo quindi giustificare l’incapacità di questi stati a garantire zone sicure per i civili permettendo al contempo la penetrazione militare russa e iraniana.

Infine, il fronte al-Nusra ha rappresentato un enorme pericolo per la rivoluzione e per il popolo siriano, cosa che si sarebbe potuta evitare sin dan gli inizi. La responsabilità ricade inevitabilmente sulle spalle di alcune forze dell’opposizione che hanno curato i loro interessi a danno della rivoluzione siriana e degli ideali di libertà, cittadinanza e democrazia.

Samira al-Musalima è una scrittrice e giornalista siriana, ex caporedattore della rivista Tishreen e vice presidente della Coalizione Nazionale per le forze rivoluzionarie.

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