Di Hamid Aqabi. Al-Ray al-Youm (09/04/2018). Traduzione e sintesi di Cristina Tardolini
“Ad oggi 17 milioni di yemeniti soffrono di insicurezza alimentare, e circa sette milioni di essi sono affetti da insicurezza alimentare acuta”, questo è ciò che scrivono le maggiori agenzie di stampa internazionale circa le condizioni del popolo yemenita. Mentre il conflitto entra nel suo quarto anno, le stime indicano che oltre 22 milioni di persone (tre quarti della popolazione), hanno bisogno di assistenza e di una protezione rapida e tempestiva. Ogni 10 minuti, un bambino di età inferiore ai cinque anni muore a causa di fame, malattie o per cause tuttavia evitabili. Alla luce di questo disastro, decine di festival di cucina e cibo nelle capitali arabe e del Golfo continuano a riempire con le loro immagini gli schermi televisivi, i social network, i giornali e le riviste. Il popolo arabo rivela così di non aver più un briciolo di amor proprio e umanità davanti alla fame, la povertà e le epidemie che uccidono nello Yemen.
Il giornalista e scrittore Mohammed al-Qa’ud, l’addetto culturale del quotidiano ufficiale Al-Thawra, ha annunciato la vendita della sua biblioteca per sfamare i suoi figli. Nella sua pagina Facebook, Al-Qa’ud ha scritto di aver deciso di vendere la sua biblioteca contenente 8.000 libri: “La mia biblioteca è in vendita poichè la sofferenza e le circostanze difficili che viviamo nella nostra amata e ferita patria, continuano a piantare denti e artigli nei nostri corpi e in quelli dei nostri figli. Ho deciso di vendere la mia biblioteca, che contiene più di 8000 libri inerenti diversi campi della conoscenza e della cultura: il 20% di questi si trova nella biblioteca di casa mia e il restante 80% in un’altra bibilioteca che ho fuori dalla mia abitazione. Per coloro che siano interessati all’acquisto e al controllo dei libri, è possibile mettersi in contatto con me tramite posta privata su questa pagina o per telefono. Chiedo scusa a me stesso, alla mia famiglia, nonché ai miei libri per la pubblicazione di questo doloroso annuncio, che mai avrei immaginato un giorno di scrivere.”
Questo non è il primo e l’ultimo caso di scrittori yemeniti costretti dalla situazione attuale a sacrificare i beni più preziosi che hanno, ossia le loro biblioteche. Mohammed al-Qa’ud ed altri hanno fornito alla cultura araba molti servizi, tuttavia le unioni letterarie arabe, molte organizzazioni e istituzioni sono rimaste in silenzio e raramente sono state solidali con gli scrittori, gli artisti e gli inventori dello Yemen e con la sua brava gente in genere.
Quello che possiamo immaginare è che il mondo continuerà a tacere, mentre nelle capitali arabe si terranno ulteriori seminari e conferenze sull’integrazione e la cooperazione culturale araba, ma le tragedie dello Yemen e dei suoi uomini rimarranno sempre fuori dai loro calcoli.
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