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Gli alleati di Assad speculano sul commercio di cibo in Siria

Zoom 20 nov AssadDi Jonathan Saul. The Daily Star Lebanon (16/11/20123). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi

Mentre l’afflusso di viveri alla popolazione siriana sta riprendendo dopo mesi di interruzione, alcuni dei più stretti alleati del presidente Assad non perdono occasione per trarre profitto dal commercio segreto di cibo, sfruttando società di copertura e linee di navigazione. Tra questi c’è Rami Makhlouf, cugino del presidente e uno dei suoi principali soci finanziari, e Ayman Jaber, altra figura di spicco già soggetta a sanzioni internazionali.

Si tratta di un’attività molto remunerativa di cui però non c’è traccia: appena una società viene scoperta, ne salta fuori un’altra e così il business va avanti. Queste reti commerciali operano in Europa e Medio Oriente, specialmente in Libano, attraverso lo sblocco di conti bancari congelati. Tra le società che agirebbero per conto dello stato siriano figurano il gruppo Aman, la Yass Marine e la Cham Holding.

Come nota Ayman Abdel-Nour, redattore capo del sito all4syria.info, i membri della cerchia più vicina ad Assad rivestivano ruoli chiave nell’economia e sono proprio loro che ora stanno mantenendo in piedi il regime, dal momento che non ha più entrate.

Secondo Torbjorn Soltvedt, dell’agenzia di consulenza Maplecroft, in questa fase “stabilire dei canali di rifornimento affidabili per beni come cibo e carburante è fondamentale per sconfiggere l’opposizione armata”. Inoltre, l’élite economica siriana ha tutto l’interesse a ridurre le perdite finanziarie causate dalla guerra civile.

Un’indagine condotta da Reuters ha rivelato che cibo e medicine vengono sottratti ai ribelli nelle zone vicine alla capitale, in una terribile campagna di “fame fino alla sottomissione” condotta dagli ufficiali di Assad. I rifornimenti sono invece destinati alle aree sotto il controllo governativo.

Gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno imposto ad Assad delle sanzioni che includono il congelamento di beni e conti bancari, ma l’assistenza umanitaria alla Siria è esente da queste misure, per cui chi importa carichi autorizzati non può essere accusato di violare le sanzioni.

Per avere un’idea di quanto sia redditizio questo business, basti pensare che un carico di 100.000 tonnellate di grano comporta un margine di guadagno di 3-4 milioni di dollari. Dunque non sorprende che la cricca di Assad ne stia approfittando, insieme a molte altre persone coinvolte nella catena di rifornimento. Per molti è un’opportunità che capita una volta nella vita.

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