Al-Hayat (26/12/2013). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio.
Per questo Natale 2013, i giovani artisti siriani hanno pubblicato in rete delle opere caratterizzate dalla “dark comedy”.
L’artista Wissam al-Jaza’iri ha ultimato un’opera dal titolo “Santa Claus and the children of Syria” in cui un Babbo Natale nel suo vestito rosso brillante siede circondato dalle tombe in un cimitero innevato. Sembra che quel triste signore con la barba bianca non sappia a chi dare i suoi regali, perché non trova nessun bambino ad accoglierlo.
In un’opera di un altro artista, che si firma A. Wardeh, grosse nuvole di fumo nero si innalzano nella forma di un gigantesco albero di Natale, al centro di uno scenario distrutto e di gruppi di persone in una delle regioni siriane colpite dai bombardamenti. In cima all’albero compare una piccola stella e il volo di un aereo da guerra si trasforma in attacco. Una scritta posta nella parte superiore dell’opera recita: “Bashar al-Assad vi augura un Buon Natale!”.
Poi c’è il giovane Sedki al-Imam, con un’opera anch’essa ritraente Babbo Natale, in questo caso a bordo della sua slitta, che viene però trainata da aerei da guerra invece che dalle comuni renne. Al posto dei regali, Babbo Natale lancia dei barili esplosivi, richiamando i bombardamenti aerei del regime siriano contro la città di Aleppo che negli ultimi 10 giorni hanno ucciso più di 400 persone di cui oltre 100 bambini.
Il vignettista Juanzero ha invece scelto un modo molto semplice di incarnare la speranza siriana avvolta dall’oscurità: un albero di Natale nero viene illuminato da alcuni smile gialli.
Gli attivisti siriani hanno fatto ricorso anche a un’altra forma artistica, quella del canto e della musica, prendendo in prestito la famosa “Layla ‘ayd” cantata da Fairouz e sostituendovi le parole. Il testo modificato recita:
“Notte di festa / e la gente ha paura / del suono degli spari / che risuonano lontani”
E ancora:
“La libertà è dietro la porta, e l’albero è nella stanza: / lo hanno piantato i rivoluzionari / Noi chiediamo la libertà / e vogliamo un nuovo regime”.
Guarda la piccola galleria delle opere citate, apparsa su Le Parisien