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Giordania: discriminazione contro i palestinesi in fuga dalla Siria

Al-Quds Al-Arabi (04/07/2012). Traduzione di Cristina Gulfi

Non si può non riconoscere che la Giordania è lo stato che ha accolto più rifugiati palestinesi, garantendo loro migliori condizioni di vita e concedendo un passaporto con cui potersi spostare nei paesi vicini, specie quelli del Golfo, alla ricerca di un lavoro. Nel corso delle guerre arabo-israeliane, la Giordania ha dato rifugio a centinaia di migliaia di palestinesi in esilio ma non sembra più in grado di farlo a causa delle limitate risorse economiche e delle considerazioni politiche sull’equilibrio demografico.

A dire ciò è Human Rights Watch, secondo cui le autorità giordane riservano un trattamento diverso ai siriani rispetto ai palestinesi nonostante entrambi i popoli fuggano dallo stesso paese. Dal rapporto emerge che questi ultimi vengono respinti oppure sottoposti a detenzione e il loro rilascio avviene solo a condizione di far ritorno in Siria.

Le autorità giordane smentiscono mentre il portavoce del Ministero degli Interni aggiunge che l’ingresso in Giordania è stato impedito solo a chi non era in possesso di documenti ufficiali. Tuttavia, l’organizzazione americana ha accertato il rientro forzato di molti palestinesi dopo essere stati condotti al confine.

Probabilmente alcuni funzionari della sicurezza diranno che i rifugiati siriani faranno ritorno al loro paese, come nel caso degli iracheni, mentre i palestinesi potrebbero continuare a risiedere in Giordania. Per certi versi questo è vero ma le considerazioni umanitarie dovrebbero prevalere sempre su quelle di carattere politico o demografico, in conformità con le leggi e le religioni.

La Siria vive una guerra civile, con scontri armati, bombardamenti e massacri. Il regime agisce nella speranza che il conflitto si risolva presto ma si tratta di un obiettivo sempre più lontano in quanto il popolo è saldo e determinato nel portare avanti le sue richieste di cambiamento democratico.

I rifugiati palestinesi si trovano ancora una volta in una situazione estremamente difficile e sono chiamati a schierarsi da una parte o dall’altra. La neutralità non è ammessa. Nel corso degli ultimi 60 anni, ai palestinesi in Siria è stato riservato un trattamento speciale: non hanno subito nessuna forma di discriminazione sotto il profilo lavorativo, educativo e sanitario e ed erano al pari dei siriani in tutto. L’auspicio, dunque, è che la Giordania capisca il dramma di questi rifugiati e li accolga come fa con i siriani, aldilà delle questioni demografiche e di sicurezza.