Di Hicham Tsamart. Hespress (08/10/2013). Traduzione e sintesi di Silvia Di Cesare.
Panorama quasi roseo quello delineato da Freedom House in merito alla libertà di accesso a internet della popolazione marocchina. L’organizzazione americana, specializzata nell’attività di ricerca in materia di diritti umani, libertà politica e democrazia, ha pubblicato un rapporto intitolato “Libertà in rete 2013”, in cui afferma che il Marocco sta assistendo a un aumento dell’accessibilità al web grazie ad un ribasso dei prezzi della comunicazione.
Secondo il rapporto, il Marocco, oltre a registrare una reale apertura politica, ha consolidato un cospicuo aumento degli utenti di internet, che nel 2012 contavano il 55% della popolazione, pari al 21% in più rispetto al 2007.
Freedom House rileva come il percorso positivo intrapreso dal Marocco in materia di accesso alla rete, assieme al dinamismo di cui sono testimoni i mezzi di comunicazione digitali, hanno beneficiato della liberalizzazione del sistema delle comunicazioni e della privatizzazione iniziata negli anni ‘70 del secolo scorso.
Nonostante ciò, il Marocco non può ancora vantare una navigazione su internet completamente libera, posizionandosi nella lista dei paesi analizzati allo stesso livello di quegli Stati che forniscono ai cittadini un utilizzo della rete “relativamente” libero, come la Tunisia, la Libia, l’Egitto e l’India.
Nel leggere alcuni estratti del rapporto dell’organizzazione americana, il ricercatore ed esperto in comunicazione, Yahiya al-Yahyaoui, ha commentato che la rete si espande per sua natura: quando si arriva a un utilizzo di massa del web, uscendo dalla sfera elitaria, allora la percentuale dei navigatori aumenta, raggiungendo il livello degli Stati a sud dell’Africa sub-sahariana.
Al-Yahyaoui ha attribuito l’aumento del numero degli utenti del web allo sviluppo dei social network come Facebook e Twitter. Per contro, egli sottolinea che, nell’analisi dell’aumento dell’utenza in Marocco, è importante tener conto non solo della quantità, ma anche delle modalità di utilizzo, consapevoli del fatto che il web viene usato maggiormente per conversare o per intrattenimento.
Per quanto riguarda i prezzi delle comunicazioni, al-Yahyaoui non si trova assolutamente d’accordo con la valutazione del rapporto “Libertà in rete 2013”: le liberalizzazioni e le privatizzazioni, infatti, non hanno prodotto una spinta verso il ribasso dei prezzi, conseguenza che invece avrebbe dovuto verificarsi in seguito alla maggiore concorrenza dei diversi operatori economici presenti sul mercato.