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Se fossi un iracheno

iraq bandiera
Come reagiresti, da cittadino iracheno, se il tuo governo ti dicesse chiaramente che ignorerà i diritti umani nel tuo paese?

Di Tariq al-Homayed. Asharq al-Awsat (27/11/2016). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Immagina di essere un cittadino iracheno sunnita, che crede che la sua nazionalità e sogna di un tempo migliore di quello della dittatura di Saddam Hussein. Immagina di essere uno sciita moderato, che non vede l’Iraq come un quartiere iraniano, ma piuttosto come un paese unito che rispetta la dignità dell’individuo a prescindere dalla sua appartenenza etnica o religiosa. Immagina di essere un curdo patriottico che sogna un Iraq diverso, o un cristiano che vede l’Iraq come la sua terra natia.

Ora immagina di essere tutto questo e che tu debba vedere il primo ministro iracheno dire con orgoglio che gli europei gli hanno detto di non preoccuparsi dei diritti umani nell’offensiva per riprendere Mosul dalle mani di Daesh (ISIS). Quindi, immagina: sei un cittadino iracheno e senti Haidar al-Abadi che riferisce che Patrick Simonnet, ambasciatore europeo in Iraq, gli ha riferito di non considerare i rapporti di Amnesty International o Human Rights Watch sulle violazioni perpetrate dalle forze irachene o dalle milizie di Mobilitazione Popolare.

Come reagiresti, da iracheno patriottico, a una notizia del genere, irrispettosa della tua religione o della tua etnia? Tu, che sogni di un paese senza dittatura, senza violenza, soppressione o estremismo. Di certo sentiresti che l’Iraq è un paese di barbari, a partire dal dittatore Saddam Hussein, al terrorista Zarqawi, a Nuri al-Maliki e alle sue opinioni estreme, passando per il “califfo” Abu Bakr al-Baghdadi e ora il vanitoso Abadi, che se ne frega dei diritti umani.

Le dichiarazioni di Abadi indicano che abbiamo raggiunto un livello di immoralità garantito dai paesi che promuovono la tutela dei diritti umani. Finché l’Unione Europea non smentirà quanto detto dal primo ministro iracheno, ci troveremo di fronte a un’ipocrisia pericolosa e una politica sospetta nei confronti dei diritti umani in Iraq. E ciò suscita dubbi anche sulle posizioni dell’UE riguardo i diritti umani in Siria e in tutta la regione, dato che orami è chiaro come siano più o meno rigide a seconda del paese in questione.

Siamo di fronte a posizioni eterogenee, non di fronte a prese di posizione legali e morali. Quindi, o l’Europa smentisce le dichiarazioni di Abadi, o fornisce una spiegazione adeguata. Altrimenti, siamo di fronte a una catastrofica etica politica e sono guai seri. Inoltre, la dichiarazione europea citata dal premier iracheno implica che la democrazia in Iraq è solo una bugia e che il destino dei paesi della regione sono solo più terrorismo, estremismo e violenza.

Tariq al-Homayed è l’ex caporedattore di Asharq al-Awsat.

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