NowLebanon (08/11/12). Il gruppo di Facebook “The Uprising of Women in the Arab World” (“L’Intifada delle Donne nel Mondo Arabo”) sostiene che Facebook abbia tentato di far tacere il movimento che ha come obiettivo la diffusione dei diritti umani per le donne, la libertà e l’indipendenza, nel Levante.
In un comunicato rilasciato ieri, è stato spiegato che l’account dei cinque amministratori del gruppo è stato bloccato. Facebook, spiegando la propria azione, ha dichiarato che avrebbero violato la politica del social network, condividendo un post nel quale si chiedeva il sostegno a Dana Bakdounes su Twitter. Ragione che non ha persuaso i membri del gruppo.
Dana Bakdounes aveva pubblicato la sua foto ad ottobre, come altre centinaia di donne e uomini, partecipando alla campagna del gruppo in base alla quale ogni persona esprime in un cartello la ragione per la quale sostiene questa rivolta. Nella foto, Bakdounes appare senza velo con in mano un documento con la sua foto velata e un cartello con scritto “Supporto la rivolta delle donne nel mondo arabo, perché per 20 anni, non mi è stato permesso sentire il vento tra i capelli”. Foto e dichiarazione non sono stati ben accetti e le hanno causato molti commenti pieni di odio.
Il 25 ottobre Facebook aveva censurato la sua foto e sospeso gli account di coloro che l’avevano pubblicata, per 24 ore. L’incidente aveva sollevato un putiferio tra i difensori della libertà di opinione che avevano iniziato a condividere la sua foto nel social network. Ma Facebook l’aveva rimossa ancora e bloccato l’account di un altro admin. Solo il 31 ottobre la foto è stata ripristinata senza spiegare il perché.
Il gruppo pensa che i ripetuti blocchi agli account personali dei vari admin, senza chiari motivi o spiegazioni, siano un attacco diretto alla pagina “L’Intifada delle Donne nel Mondo Arabo”. Ma non è chiaro il motivo per il quale Facebook sarebbe coinvolto; in molti si stanno interrogando sulle vere intenzioni di Facebook e delle sue politiche.
A sostegno di ciò, il gruppo “Words of Women from the Egyptian Revolution” (“Parole di Donne dalla Rivoluzione Egiziana”) ha proposto un attacco online che terminerà il 9 novembre. Il gruppo mira ad ottenere la solidarietà di molti altri gruppi, pagine, organizzazioni, nella speranza di comprendere il perché un social media potrebbe essere coinvolto in una tale situazione.
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