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“Esilio siriano” a cura di Marina Calculli e Shady Hamadi

esilio siriano hamadi
Dal blog Con altre parole di Beatrice Tauro

Io non so più niente di te. In che paese ti trovi? Che cosa fai oggi? Che cosa senti ora? Hai perduto anche tu come me la fede in tutti gli dei e le tradizioni delle tribù?

In queste toccanti parole del poeta siriano Nizar Qabbani è racchiusa l’essenza del dramma che vivono quotidianamente i milioni di rifugiati, vittime di guerre fratricide e lotte intestine nei paesi di provenienza.

E il dramma degli esuli siriani viene raccontato nel volume “Esilio siriano”, curato da Marina Calculli e Shady Hamadi, pubblicato a novembre 2016 da Guerini e Associati.

Il libro è un lavoro complesso, con contributi di diversi autori che hanno cercato di disegnare la crisi dei profughi siriani, partendo dall’analisi semantica del termine “esilio” che storicamente ha sempre rappresentato una pena formale mediante l’allontanamento forzato dal proprio luogo di origine, alla differenziazione dei termini “migrante” e “rifugiato”, con la diversa connotazione politica e giuridica, riconosciuta dalla Convenzione di Ginevra del 1951 al secondo e negata al primo. Per arrivare all’attuale e sempre più frequente associazione fra i termini migrante/rifugiato e terrorista.

Ma esiste davvero una crisi dei migranti o è frutto di una costruzione politica? Gli autori si interrogano su questo tema, evidenziando come le attuali risposte al problema dei migranti, esempio Frontex o l’accordo fra Europa e Turchia, non solo non risolvono o riducono il problema, ma operano in evidente violazione del principio di non respingimento sancito dalla Convenzione di Ginevra.

Focalizzando l’attenzione sulla situazione dei rifugiati siriani, il volume mette in evidenza come lo spostamento di milioni di siriani sia non solo diretta conseguenza della guerra in atto dal 2011, ma una vera e propria “arma migratoria” messa in atto dal regime di Bashar al-Assad che gli ha permesso di ridefinire le aree di influenza all’interno della Siria e di ridare dimensione internazionale alla diplomazia siriana. Gli autori sostengono infatti che il regime ha di fatto deciso di “sciogliere il popolo”, costringendo alla resa le popolazioni delle zone ribelli, costringendole alla fuga, svuotando di fatto le aree sotto assedio e ridefinendone la composizione demografica. Ma questa arma è servita altresì per mettere sotto assedio l’Occidente (Europa in particolare) con la minaccia del terrorismo, incolpando di fatto quell’opposizione occidentale anti-Assad di aver incrementato l’ondata di terrorismo e migrazione con cui ora l’Europa si trova a dover fare i conti. Quindi i profughi diventano merce di scambio, arma di ritorsione e negoziazione nei confronti dell’Europa e dell’Occidente.

L’analisi prosegue con il rapporto fra rifugiati siriani e Libano, paese che storicamente per continuità geografica e culturale ha sempre rappresentato approdo per i siriani che vi si recavano per lavoro o per vacanze. Ma l’incremento dei flussi migratori dalla Siria a causa della guerra ha profondamente modificato questo storico rapporto, trasformando il Libano da paese rifugio a paese di transito verso l’Europa, una delle numerose tappe che i migranti sono costretti a fare nel disperato tentativo di raggiungere paesi come la Germania o la Svezia. Proprio quell’Europa che si è ritrovata ad affrontare la tragedia dei rifugiati siriani e di altri paesi nel momento storico più negativo, con una crisi economica profonda e dagli esiti incerti e indefiniti. Fenomeno cha ha finito per generare il rifiuto dei popoli europei, fomentati da derive populiste che cavalcano il tema delle migrazioni per portare acqua al proprio mulino elettorale.

In estrema sintesi “Esilio siriano” è un volume che invita alla riflessione su un tema di fondamentale importanza per la civile convivenza di noi occidentali che siamo chiamati a confrontarci con i migranti che arrivano a bussare alle nostre porte. Un libro in cui i diversi autori hanno messo a fattor comune le rispettive competenze disegnando un affresco complesso e approfondito di un tema che è destinato ancora per molto ad essere centrale nel dibattito internazionale.