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Elezioni in Algeria: ha vinto il “partito del boicottaggio”?

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Le elezioni in Algeria sono sì state vinte ancora dal presidente Bouteflika e dai suoi alleati, ma contrassegnate da un forte astensionismo

L’opinone di Al-Quds. Al-Quds al-Araby (06/05/2017). Traduzione e sintesi a cura di Raffaele Massara.

Le ultime elezioni parlamentari in Algeria ci hanno rivelato due importanti questioni: la prima riguarda la competizione tra i partiti al potere per accaparrarsi più seggi possibili, la seconda è che il vero vincitore è stato l’astensionismo.

Da una parte il Fronte di Liberazione Nazionale (FLN), partito con a capo il presidente Abdelaziz Bouteflika, ha ottenuto il 35% delle preferenze, il Raduno Nazionale per la Democrazia, capeggiato dall’ex primo ministro Ahmed Ouyahia, ha raggiunto quasi il 20% dei voti, i nuovi partiti Raduno della Speranza dell’Algeria, il Movimento Popolare Algerino e l’Alleanza Nazionale Repubblicana rispettivamente 19, 13 ed 8 seggi; tutti quanti a sostegno del governo Bouteflika, facendo sì che in totale, i partiti filo-governativi abbiano ottenuto più del 65% delle “poltrone”, con un sostanziale vantaggio sui partiti progressisti, indipendenti e islamisti, che rispettivamente si sono guadagnati 34, 28 e 48 seggi.

Dall’altra parte, se dovessero essere confermati i numeri rilasciati dal ministero degli Interni, numeri ritenuti esagerati e gonfiati da attivisti ed oppositori, alle urne sono andati solo 8 milioni di algerini mentre non si sono presentati 15 milioni: avrebbe votato così solo il 38% degli aventi diritto.

In pratica hanno votato perlopiù i sostenitori del governo in carica e i voti alle opposizioni servirebbero solo a dare credito a questa ultima tornata elettorale.

Lo stesso governo ha fatto di tutto per portare i suoi cittadini alle urne, dal concedere permessi speciali ai militari (ma facendoli votare in abiti civili!) al delirante discorso del presidente del Consiglio Abdelmalek Sellal che ha invitato le donne a ricorrere alle bastonate per far votare i mariti!

Lo scopo principale di queste elezioni sembra essere stato quello di preparare la successione di Bouteflika (anziano ed invalido), tuttavia ai vertici non c’è alcuna unanimità né alcun accordo, semmai una competizione per il comando; la popolazione, soprattutto i giovani, rimane poi fuori da questi giochi di potere, quasi disinteressata.

Il nuovo Parlamento erediterà la grande frattura tra l’apparato burocratico ed il popolo, i giovani che costituiscono il futuro del Paese e che, forse, votando per il “non voto” hanno dato un segnale molto forte al governo.

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