Elaph(20/07/2013). Gli egiziani possono essere in disaccordo su Morsi, El Sisi, Fratellanza Musulmana e golpe militare, ma al contrario sono uniti dall’ostilità nei confronti dell’amministrazione statunitense e di Barack Obama, il quale è riuscito in poco tempo ad attirare su di sé l’ira di tutte le parti.
Osservatori non hanno potuto fare a meno di notare il crescente numero di striscioni e manifesti raffiguranti un Barack Obama barbuto e accusato di finanziare il terrorismo in Egitto. Finita nel mirino anche l’ambasciatore statunitense al Cairo, Anne Patterson, accusata da molti di privilegiati legami con la dirigenza dei Fratelli Musulmani nel tramare contro la stabilità del paese.
Le pressioni sull’amministrazione Obama hanno cominciato a crescere nel novembre 2012, quando l’ex presidente egiziano Mohammad Morsi emanò quella dichiarazione costituzionale grazie alla quale si attribuì poteri pressochè illimitati: aumentarono le pressioni e le richieste nei confronti di Obama affinchè prendesse una posizione chiara sulla deriva autoritaria dei Fratelli Musulmani.
Stando all’opinione di molti analisti, Washington ha sottovalutato o ignorato i sentimenti della strada egiziana, preferendo la strada dell’ambiguità, scelta che ha portato alla crescente rabbia della gente.
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