Libano News Zoom

È morto l’illustre poeta Unsi al-Hajj

Di Abd al-Qadir al-Ginabi. Elaph (18/02/2014). Traduzione e sintesi di Francesca Passi.

Dopo una lunga lotta contro il cancro, ci ha lasciato martedì 18 febbraio a mezzogiorno il grande poeta Unsi al-Hajj. È stato un liberale, che si è battuto per le libertà della donna durante gli anni Sessanta del secolo scorso e che ha redatto importanti articoli di giornale durante la guerra in Libano.

Unsi ha sempre scritto ciò che la sua coscienza gli dettava, in piena libertà, divenendo ben presto una testimonianza storica vivente per il mondo arabo dell’epoca moderna. Un simbolo di autenticità, che è stato e resterà una fonte d’ispirazione per molti giovani poeti. Non provando alcun interesse per il successo e la mondanità, Unsi ha preferito rifugiarsi nel mondo della poesia e della lettura, dilettandosi con le opere dei più grandi scrittori come Baudelaire o Marquis De Sade. È sempre rimasto fedele alla qasida moderna, cercando di preservarla in tutto il suo splendore. Permettetemi dunque di dire che ci ha lasciato l’ultimo dei grandi attori della poesia araba moderna.

Per questo motivo, è interessante ripercorrere alcune tappe fondamentali della sua vita:

Nato nel 1937, ha studiato in una scuola francese per poi cominciare a pubblicare una serie di racconti brevi, saggi e qasidat per delle riviste letterarie a partire dal 1954. È entrato a far parte del mondo della stampa nel 1956 in qualità di responsabile della pagina letteraria, prima per il giornale Al-Hayat e poi per la rivista Al-Nahar. Nel 1964 ha pubblicato Al-Malhaq, un inserto speciale culturale settimanale per la rivista Al-Nahar la quale pubblicazione ha continuato fino al 1974. Nel 1957, insieme con Yusuf al-Khal e Adonis ha contribuito alla fondazione della rivista Shi’r e nel 1960 ha pubblicato la sua prima raccolta, dal titolo “Lan”, nonché la prima raccolta di qasidat scritte in prosa in lingua araba.

In totale, Unsi ha realizzato sei raccolte poetiche, tra le quali si citano “Lan” (1960), “al-Ra’s al-Maqtu” (1963), “Madi al-Ayam al-Atia” (1965) e “al-Walima” (1994). Ha scritto anche una raccolta di saggi dal titolo “Kalimat, kalimat, kalimat” nel 1978 e un’opera sul pensiero filosofico e psichico dal titolo “Khawatim”. Nel tempo, il poeta ha assunto la direzione di diverse riviste, quali Al-Hisna’, nel 1966, e Al-Nahar al-Arabi wa al-Dwali, tra il 1977 e il 1989. Dal 1963 ha tradotto verso l’arabo più di dieci opere teatrali di grandi artisti come Shakespeare e Ionesco.

Si è sposato con Laila Daw nel 1957 e da questa ha avuto due figli, Nada e Lewis. È stato a capo della direzione della rivista Al-Nahar dal 1992 al 30 settembre 2003, data delle sue dimissioni. Alcune sue miscellanee di qasidat sono state tradotte in diverse lingue straniere, tra cui francese, inglese, tedesco, portoghese, armeno e finlandese. La sua antologia, “al-Abd at-Tayyar”, è stata pubblicata in francese nel 1997, mentre l’antologia “al-Hub wa al-Dihb al-Hub wa Ghairihi” è stata pubblicata in tedesco nel 1998.

Vai all’originale

 

Tags