Abdulrahman al-Rashed. Asharq al-Awsat (24 marzo 2021)
Ogni possibilità di pace in qualsiasi guerra è una buona notizia, e lo Yemen non è un’eccezione, quindi è l’occasione attesa?
Gli sforzi di pace tra le fazioni in guerra nello Yemen, anche con gli Houthi, non sono nuovi, né sono questa volta il risultato degli attacchi dei droni all’Arabia Saudita. È stato preceduto da tentativi, il primo nell’agosto 2016 con lo stesso al-Houthi.
Il problema è sempre, come questa volta, che gli Houthi, dopo aver lasciato Riyadh entusiasta per la pace a Saada, trova lì la sua leadership che cambia idea. Questo gruppo, lo yemenita “Ansar Allah”, praticamente come il libanese “Hezbollah”, non può fare un passo senza il permesso di Teheran. Coloro che negano il controllo iraniano su Al-Houthi, sostenendo che si tratta solo di un’influenza, non sono realistici.
Oltre all’affiliazione ideologica e alla fede nella leadership del Wali al-Faqih a Teheran, il loro sistema militare in Yemen è gestito da Teheran. Esperti e operatori provengono dagli Hezbollah libanesi, e quindi non possono combattere o fare pace senza l’approvazione di quelli da lì.
Allora perché la nuova svolta, nonostante l’alta tensione con l’Iran?
La verità è che la maggior parte delle “carote” sul tavolo per gli Houthi erano già state loro offerte lo scorso anno, incluso il permesso di ingresso alle navi e la riapertura dell’aeroporto di Sanaa: inizialmente erano d’accordo e poi no. La differenza, oggi, è che il clima politico è pronto per un accordo decisivo e potremmo trovarci di fronte a una soluzione storica.
Gli iraniani intrappolati, a seguito delle sanzioni, sono in grande difficoltà e per prepararsi all’uscita dal tunnel in cui si trovano, devono raggiungere degli accordi con gli avversari e facilitare il compito all’amministrazione Biden. Le opzioni di Teheran tra negoziare su Lo Yemen, Siria e Il Libano iniziano a muoversi. Il caso della Siria è complicato per l’ingerenza da parte delle potenze internazionali e regionali. Il Libano fa parte del conflitto strategico iraniano-israeliano e il momento di risolverlo non è arrivato ancora.
Sul terreno, gli Houthi affermano di aver compiuto notevoli progressi nella loro guerra all’Arabia Saudita con droni e missili balistici. Questo è vero, ma va detto anche che le difese saudite hanno funzionato, oltre agli attacchi che sono stati utili dal punto di vista saudita, per difendere la legittimità di un progetto politico valido nello Yemen.
D’altra parte, gli Houthi volevano approfittare della nuova amministrazione statunitense, credendo che avrebbe limitato il potere saudita espandendo il fronte di guerra e imponendo una nuova realtà. Pertanto, nelle ultime settimane, hanno lanciato attacchi per conquistare Marib e Taiz, e hanno subito grandi sconfitte. E soffrono nelle aree sotto il loro controllo a causa della bancarotta, poiché hanno dovuto raccogliere denaro dalla dogana di Hodeidah, tasse di traffico, ecc.
La pace nello Yemen è importante per i sauditi e prima di loro per gli yemeniti, ed è una crisi che alimenta le differenze del resto della regione. L’interesse per la pace è generale e dobbiamo riprovarci,