Dubai International Film Festival: una vittoria dal volto femminile (video)

Di Omar Abd Rabbo. Al-Arabiya (17/12/2014). Traduzione e sintesi di Lorenzo P. Salvati.

Incetta di premi per le donne all’undicesima edizione del DIFF 2014 (Dubai International Film Festival), la rassegna cinematografica di Dubai che ha visto la proiezione di ben 118 film provenienti da 48 paesi diversi. Fra i vincitori i registi di Yemen, Emirati Arabi Uniti e Tunisia.

Si aggiudica il premio MUHR, principale riconoscimento del festival, l’opera drammatica della regista yemenita Khadija al-Salami “Mi chiamo Nujum, ho 10 anni e sono divorziata”. Basato su una storia vera, il film racconta la sofferenza di una bambina yemenita costretta a sposare un uomo violento e crudele dal quale cercherà di divorziare in tutti i modi, scontrandosi con le resistenze culturali e le ortodossie del sistema legale yemenita. Tratto da un bestseller di grande impatto, l’opera denuncia i rischi psicologici e sociali connessi con il matrimonio forzato in età minorile. Il dramma di Nujum è diventato in Yemen un emblema della lotta contro le violenze femminili e per i diritti umani delle più piccole.

La pluripremiata regista al-Salami, pioniere del cinema di genere yemenita e con alle spalle un passato di abusi infantili, è consapevole dell’importanza del riconoscimento. “Bisogna ammettere l’esistenza di questo fenomeno in Yemen e battersi chiaramente per denunciare ogni sopruso sui minori”. Aggiungendo: “Sono felice di ricevere questo premio, dopo aver lavorato duramente alla realizzazione del film.” La regista ha inoltre descritto i numerosi problemi incontrati durante le riprese, dovuti all’instabilità interna del Paese e al timori di sequestri da parte dei membri della troupe.

Premiata al Festival anche la regista Nujum al-Ghanim con il suo documentario “Vicino al Cielo” che narra la storia della prima donna ad aver partecipato al più importante concorso di bellezza per cammelli degli Emirati, un settore dominato tradizionalmente dagli uomini. Malgrado la forte opposizione degli organizzatori e della società conservatrice, il coraggio e la determinazione della donna rendono possibile l’impossibile, dimostrando l’importanza delle scelte individuali nelle battaglie per i diritti di genere. Per la regista, questo premio è un omaggio alla forza espressiva del cinema degli Emirati Arabi Uniti.

Il Premio della Giuria è stato assegnato al regista siro-palestinese Salim Abu Jabal, all’esordio alla cinepresa con il documentario “Roshmia”. Il film racconta l’esproprio dell’abitazione in cui si era rifugiata una coppia di anziani palestinesi, nella vallata israeliana di Roshmia, in seguito all’occupazione territoriale della Palestina dopo la partizione del 1948. Per anni la vita della coppia scorre indisturbata, fino a quando la municipalità di Haifa decide di costruire una strada che attraversa la vallata e quindi demolire l’abitazione dei coniugi, costringendoli ad una nuova dolorosa partenza.

Riconoscimenti anche per il documentario “Il Consiglio” del giordano Yahya al-Abdullah, “Sono morto” dello scrittore algerino Yassin Benelhadj e “Lettera al Re”, di Hisham Zaman in una coproduzione tra Svezia e Iraq.

Nella sezione cortometraggi trionfa l’opera della giovane regista tunisina Hinde Bujemaa “…E Romeo sposò Giuliettà”, raffigurazione cinica del rapporto di coppia e della noia coniugale, con una riflessione sulla dipendenza dell’uomo moderno dalla donna in tutti gli ambiti della vita. Premio della Giuria al “Cattivo Cacciatore” di Sahim Omar Khalifa e menzioni speciali ai corti di Rami Yasmin “I giorni contati” e del libanese Karim Rahbani “E con il tuo spirito”, che penetra nelle mura della vita monacale denunciandone contraddizioni e ipocrisie.

Emerge il talento femminile anche nella sezione dedicata al cinema degli Emirati, grazie al cortometraggio “L’altra dimensione” della giovane regista Aisha Alzaabi, mentre ottiene il Premio della Giuria “La confessione”, corto franco-emiratino di Mohammed Swaidan.

L’edizione 2014 del Festival si è caratterizzata per un numero inferiore di eventi e premi, con un’attenzione maggiore rivolta alle produzioni arabe. La giuria ha anche scelto di omaggiare la carriera dell’attore egiziano Nour al-Sherif e della musicista indiana Asha Bosley, autrice di numerose colonne sonore. La cerimonia di chiusura si è svolta mercoledì 17.

Omar Abd Rabbo è un giornalista franco-siriano.

Vai all’originale 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *