Di Asaad Hanna. Al-Monitor (17/05/2014). Traduzione e sintesi di Marta De Marino.
A seguito del suo arrivo in Siria, in particolare nelle zone di confine, a nord di Aleppo e a Raqqa, l’ISIS sta attirando sempre più jihadisti da tutto il mondo. I combattenti espropriano case, terre e macchine per dare vita al desiderato “Stato islamico” e sposano donne siriane per soddisfare i più infimi desideri.
Le famiglie siriane residenti in quelle zone, sarebbero pronte a tutto pur di essere vicine all’ISIS, avere in cambio beni materiali e potere, ma soprattutto essere lasciati in pace. Un attivista di Raqqa, Omar al-Huwaidi, racconta che sempre più famiglie offrono le loro figlie in spose ai combattenti senza neanche consultare la giovane donna, come nel caso di Fatima Abdulla al-Abou, studentessa universitaria ventiduenne di Raqqa. Quando il padre ha provato a farla sposare con un tunisino dell’ISIS, lei ha preferito morire che vivere con uno sconosciuto. Si è suicidata ingerendo del veleno, stroncando la sua giovane vita di donna e di studentessa.
Fatima, in un certo senso, è sfuggita all’oscuro destino che però attendeva altre due donne. Huwaidi ha dichiarato in una intervista che a gennaio sono state ricoverate delle donne che riportavano i segni di brutali violenze perpetrate dai nuovi mariti. “Siamo rimasti scioccati quando siamo venuti a sapere di tali comportamenti disumani. Inizialmente non credevamo, ma poi abbiamo appurato quanto succede. Chiediamo che questi matrimoni abbiamo presto fine”, dichiara un’attivista che preferisce rimanere nell’anonimato.
I combattenti del’ISIS, desiderosi di penetrare nel tessuto della società siriana e di avvicinarsi ai clan più potenti della zona, chiedono ai genitori la mano della ragazza prescelta, obbligando implicitamente le famiglie, ignare della reputazione, della vita e del nome dell’uomo, a consegnargli le donne.
Hammoud al-Moussa, attivista siriano della città di Raqqa, racconta che gli uomini utilizzano pseudonimi e che i matrimoni vengono siglati da un solo patto verbale e che sono di breve durata, non più di due mesi, perché considerati solo un’opportunità per avere rapporti sessuali. L’ISIS, che attualmente tiene sotto il proprio controllo Raqqa e rimane la fazione più potente in alcune città, si è macchiata di brutali uccisioni e torture perpetrate contro le forze dell’opposizione, il regime e gli attivisti.
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