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Da che parte stanno gli arabi nel conflitto tra Iran e Israele?

I paesi arabi tra l’espansionismo sionista e l’influenza iraniana. Le alleanze, i rischi e l’opzione “araba”. L’opinione di Abdallah al-Asha’al.

di Abdallah al-Asha’al, Ray al-Youm, (22/04/2020). Traduzione e sintesi di Pietro Menghini

Dopo la fine dell’epidemia, in Medio Oriente si tornerà al naturale svolgimento dei conflitti che, secondo gli arabi, in questo momento ruoterebbero attorno allo scontro tra Iran e Israele. Questa analisi però risulta irrazionale e presuppone che il progetto sionista e il piano iraniano, in competizione tra loro, siano i due problemi fondamentali della regione. Il problema invece è che questo scontro si svolge nel mondo arabo. Inoltre, l’interesse dei popoli arabi non è rappresentato da nessuno dei due progetti, anzi, all’opposto, sta nella sconfitta del progetto sionista e nel contenimento di quello iraniano. Netanyahu, dopo l’incontro con i rappresentanti di Egitto e Giordania, ha annunciato che la minaccia strategica iraniana sostituisce il conflitto arabo-israeliano come problema principale nella regione, portando, per la prima volta dalla fondazione di Israele, ad un’intesa arabo-israeliana.

Questa dichiarazione riflette la reale intesa, quella tra israeliani e americani, dal momento che anche Washington dichiara come la sconfitta dell’Iran sia la sua priorità assoluta nella regione. Mentre Netanyahu spera che gli arabi combattano la sua battaglia contro l’Iran, i popoli arabi dovrebbero chiarire la loro posizione nel conflitto tra Iran e Israele. Ci sono infatti delle verità evidenti dietro il ritiro americano e israeliano che i popoli arabi dovrebbero analizzare. La prima verità riguarda l’interesse arabo nel far fronte ad Israele con delle trattative di pace. Queste trattative non possono essere sostituite dall’alleanza in funzione anti-iraniana. La seconda verità è che la causa del problema israelo-arabo è il trapianto di Isralele nella regione. Gli arabi alleandosi con Israele aiuterebbero la realizzazione del progetto sionista, senza nessuna garanzia che dopo aver sconfitto l’Iran, Israele non si rivolga contro di loro.

La terza verità riguarda la mancata presa di posizione degli arabi rispetto a questo conflitto. Le possibilità degli arabi variano infatti tra la neutralità, l’alleanza con Israele, che farebbe grandi danni alla causa arabo-palestinese, e la coesistenza con Iran e Israele nel mondo arabo. Sebbene queste posizioni danneggino gli interessi dei paesi arabi, sembrerebbe però che i loro governanti non abbiano molta scelta. L’unica possibilità è quella di salvare i loro paesi dal conflitto tra Iran e Israele e costringere Israele ad abbandonare il suo progetto espansionistico. La quarta verità è che gli arabi si schiererebbero con Israele nella speranza che questo faccia delle concessioni nel conflitto arabo-israeliano. Tuttavia nulla può assicurare ciò e, inoltre, l’alleanza con Israele contribuisce a normalizzare la sua presenza nel mondo arabo. In sintesi gli arabi dovrebbero contrapporre un loro progetto ai disegni di potere iraniani e israeliani. Questa è l’unica strategia grazie alla quale gli arabi potrebbero uscire dall’epoca della Jahiliyya, in cui erano servi dei Bizantini e dei Persiani, per tornare al momento in cui l’Islam li ha salvati, rendendoli i padroni del Medio Oriente.

Il Dottor Abdallah al-Asha’al è un diplomatico, politico e accademico egiziano, esperto della questione arabo-israeliana, professore di diritto internazionale all’Università americana del Cairo e autore di vari libri e numerosi articoli.

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