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Da Charlie Hebdo a Raif Badawi: chi offende davvero l’Islam?

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Di Khaled al-Shami. al-Quds (15/01/2015). Traduzione e sintesi di Giusy Regina.

È stato un giorno senza precedenti il 14 gennaio scorso per la stampa: il numero di Charlie Hebdo, il giornale satirico francese, è andato letteralmente a ruba, vendendo milioni di copie in tutto il mondo. E anche in quei paesi che prima dell’attentato del 7 gennaio scorso non sapevano nemmeno cosa fosse Charlie Hebdo.

Ma c’è da chiedersi: chi offende davvero l’Islam?

Si scatena un affare mondiale nel caso delle vignette sul profeta pubblicate da Charlie Hebdo nel 2006, che hanno fatto indignare migliaia di musulmani, quando non si reagisce poi allo stesso modo per gli attacchi alle moschee e ai musulmani innocenti ovvero quando Netanyahu o Bush uccidono migliaia di persone innocenti in Palestina e in Iraq per scopi politici ed elettorali.

Ho letto molti commenti a riguardo, secondo cui lo stesso profeta Muhammad avrebbe preferito mille volte veder pubblicate quelle vignette su di lui, piuttosto che l’uccisione di un bambino per mano di un terrorista. Io non voglio entrare in questo tipo di dibattito, ma per capirne il senso basta riprendere una semplice frase del Corano che recita: “meglio la demolizione della Ka’ba che l’uccisione di persone innocenti”.

Charlie è stato sicuramente accusato di aver abusato della libertà di espressione ma non si può giustificare una qualsiasi azione terroristica partendo da questo elemento. Noi arabi musulmani siamo le prime vittime di azioni terroristiche e di repressione ad esempio del regime sionista, ma la reazione non può essere quella di uccidere persone innocenti a nostra volta. La promozione di una logica del genere è disastrosa innanzitutto per noi stessi. È una forma di ipocrisia.

Ma l’occidente non è meno ipocrita di noi: scatena un affare di stato per l’attentato a Charlie Hebdo ma chiude gli occhi e fa passare in sordina il caso del blogger saudita Raif Badawi, condannato a 10 anni di prigione e a ricevere 50 frustate per venti venerdì di seguito, dopo la preghiera, per un totale di 1000 frustate. E tutto con l’accusa di aver aperto nel 2008 un forum online, Free Saudi Liberals con lo scopo di aprire un dibattito pubblico.

Consapevole della realtà musulmana di oggi, posso quindi affermare con certezza che i terroristi non sono quelli che insultano l’Islam, ma piuttosto coloro che ne minano la sua stessa esistenza.

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