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Cosa ha ricavato il Marocco dalla COP22?

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Il Marocco ha promosso le sue start-up e il suo impegno ecologico, nonostante il rinvio dei negoziati agricoli africani fino alla prossima COP.

di Lilia Blaise. Wamda (22/11/2016). Traduzione e sintesi di Emanuela Barbieri.

Il Marocco ha messo molto in gioco con l’apertura della COP 22, la Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite che ha avuto inizio in contemporanea alle elezioni presidenziali americane.

Il paese ospitante si è mosso a proprio favore, promuovendo le sue start-up e il suo impegno ecologico, nonostante il rinvio dei negoziati agricoli africani fino alla prossima COP.

Con l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, molti temevano che i progressi a seguito degli accordi di Parigi di un anno prima, che avevano emanato misure per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, sarebbero giunti a una battuta d’arresto.

La nuova sfida è quella di mettere queste regole in pratica e controllare queste emissioni.

La Dichiarazione di Marrakech, firmata il 17 novembre, ha accelerato la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per i paesi che si erano impegnati nel 2015. La dichiarazione spinge i paesi a rivedere le loro ambizioni per il 2018, piuttosto che il termine di Parigi del 2020. I 200 paesi presenti alla COP22, inoltre, hanno promesso un “più forte impegno per il cambiamento climatico” e “un proclama a sostegno degli accordi di Parigi”.

Start-up marocchini coinvolti nel cambiamento climatico

La COP22 ha permesso al Marocco di presentare le sue start-up e il loro impegno nel combattere il cambiamento climatico.

Il paese, che aveva già creato un importante stand di innovazione al COP21 l’anno scorso, ha presentato idee come, ad esempio, un frigorifero in argilla, un autobus elettrico e una torcia fotovoltaica. Anche se le invenzioni non erano necessariamente nuove, erano 100% made in Marocco.

L’associazione Ait Ben Addou ha presentato il suo villaggio ecosostenibile, e l’associazione Dar Si Hmad ha mostrato il suo dispositivo che trasforma la nebbia in acqua potabile in una regione arida. Da segnalare anche l’impegno del paese a rendere le sue moschee più verdi in un programma che ha lo scopo di ridurre il consumo energetico del 40%.

La COP22 ha ospitato la prima edizione di Tech22 Hub Africa, un concorso rivolto a incoraggiare le start-up africane, mentre StartUp Marocco ha indetto un concorso di avvio di idee innovative per il cambiamento climatico. Il vincitore è stato un imprenditore marocchino, Nabil Deabji, con l’idea di trasformare gli scarti di olio alimentare in sapone.

L’agricoltura al centro del COP22, abbandonata in trattative finali

I leader marocchini avevano anche altre questioni in mente, come l’adattamento dell’agricoltura in Africa ai nuovi rischi climatici.

Si voleva sensibilizzare l’opinione pubblica intorno l’iniziativa ‘Triple A’ (Adattamento, Africa, Agricoltura), che mira a rendere l’adattamento dell’agricoltura africana una priorità. Mentre i negoziati tra i paesi sviluppati e in via di sviluppo sulla questione sono stati rinviati al 2017 a causa di una mancanza di consenso, la questione è stata oggetto di molte discussioni durante la COP22.

L’iniziativa, proposta dal Ministro dell’Agricoltura marocchino Aziz Akhennouch nel maggio 2016 al Salone dell’Agricoltura in Marocco, spingeva per più finanziamenti per il clima in Africa, così come miglioramenti per lo stoccaggio delle emissioni di carbonio nel continente.

Il settore agricolo occupa circa il 60% della popolazione africana. Nonostante una sezione della COP22 dedicata a questa iniziativa, i 20 paesi africani che la sostengono non sono riusciti a ottenere un finanziamento chiave dei paesi sviluppati, pari a quasi 100 miliardi di dollari.

I pareri divergenti si basavano su priorità diverse tra i paesi sviluppati che volevano concentrarsi sulla riduzione dei gas serra e dei paesi in via di sviluppo ed emergenti che davano la priorità a migliorare l’adattamento dell’agricoltura ai nuovi imperativi climatici.

“Dobbiamo anche notare che l’agricoltura è stata solo recentemente introdotta come un problema per il cambiamento climatico nelle ex COP e, purtroppo, ci vuole tempo per farne una priorità”, ha detto Joel Ruet, specialista in economie emergenti, presente alla COP22.

L’Africa non è sola nell’affrontare il tema dell’agricoltura, anche il Centro Internazionale per la ricerca agricola in ambienti asciutti (ICARDA), con sede a Beirut, ha proposto un piano per migliorare l’irrigazione in Medio Oriente e Africa.

Uno stratega diplomatico

Il Marocco, tuttavia, è riuscito a concentrarsi sull’imperativo agricolo per la prossima COP22, nonché sulle proprie innovazioni.

In parallelo con la COP22, il Marocco ha lanciato un fondo sovrano dedicato allo sviluppo verde del continente e ha anche avviato una collaborazione con la Banca mondiale intorno alla green economy in Africa.

“Il successo della COP22 per il Marocco era sia avere il coraggio di tenerlo – la Cina ha rifiutato di ospitare il prossimo, per esempio – e [che] il COP22 è anche riuscito a evitare qualsiasi passo indietro sugli accordi fatti durante la COP21, che è anche un successo “, ha dichiarato Ruet.

Lilia Blaise è una giornalista franco-tunisina con sede a Tunisi. Ha scritto per il New York Times ed è stata regolare collaboratore della rivista The Courier de l’Atlas e Middle East Eye e del sito web di France 24. Lilia è anche co-regista del documentario ‘7 lives’, andato in onda nel 2014.

 

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